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su termoregolazione e contabilizzazione del calore
  • di Vincenzo Malatesta
  • Lunedì 26 Settembre 2016, 10:14

Riscaldamento centralizzato, entro fine anno verifica su termoregolazione e contabilizzazione del calore

L'obbligo riguarda tre milioni di condomìni. Chi non si mette in regola rischia sanzioni fino a 2.500 euro


Entro il 31 dicembre tre milioni di condomini italiani dovranno verificare se sono obbligati a introdurre sistemi di termoregolazione e contabilizzazione per il riscaldamento centralizzato: bisogna controllare se è necessario installare valvole termostatiche su tutti i termosifoni degli appartamenti in base alle norme per ridurre i consumi energetici. Lo prevede il decreto legislativo 141/16, un correttivo del dlgs 102/14 che ha recepito la direttiva europea 2012/27/Ue: chi non adempie adeguando gli impianti rischia sanzioni fino a 2.500 euro, più la diffida a provvedere entro 45 giorni.
 
Ciascuno pagherà in base a quanto consuma
 
Grazie alla regolazione della temperatura in casa il risparmio può arrivare al 20 per cento. In Italia la spesa media per ogni valvola termostatica è di 78 euro, ma può arrivare fino a 100: lo calcola ProntoPro.it, il portale di lavoro professionale e artigianale.
 
In media 390 euro per mettersi in regola
 
Ammonta a 390 euro l’esborso per mettere a norma un appartamento medio, ad esempio 80 metri quadrati con cinque termosifoni. Gli importi, però, possono variare del 30 per cento. E nella Capitale i prezzi della manutenzione superano del 22 per cento la media nazionale. A Roma il costo per l’installazione in un appartamento tipo è stimato in 475 euro. Altri addebiti, fra 2 e 4 l’euro l’anno a termosifone, scatteranno per la lettura dei consumi. Dopo qualche anno bisognerà sostituire le batterie dei ripartitori: circa 30 euro l’una.
 
Relazione asseverata da un tecnico riconosciuto
 

I proprietari sono tenuti a dotarsi di sottocontatore, ripartitori o termovalvole installati sui singoli radiatori in modo da rilevare i consumi effettivi dell’appartamento. Le nuove disposizioni consentono di derogare ai criteri indicati nella norma tecnica UNI 10200, che le attuali regole impongono come unico riferimento per la ripartizione delle spese fra i condomini. Ma è possibile discostarsene soltanto in presenza di squilibri nella contabilizzazione dei consumi: serve in particolare una relazione asseverata da un tecnico secondo cui sussistono «differenze di fabbisogno termico per metro quadro tra le unità immobiliari superiori al 50 per cento». Per la prima stagione successiva all’installazione dei dispositivi la suddivisione si può determinare in base ai soli millesimi di proprietà: impossibile utilizzare altri criteri, ad esempio la precedente tabella del riscaldamento.
 
Lettura via radio

È l’assemblea condominiale a scegliere il professionista per la redazione del progetto e l’impresa che deve effettuare le opere: serve una delibera ad hoc e in seconda convocazione è richiesta la maggioranza degli intervenuti che rappresenta un terzo del valore dell’edificio (distaccati compresi). Se l’assemblea non delibera, ogni condomino può rivolgersi al giudice per ottenere che si proceda. Ciascun proprietario non può rifiutare di fare entrare in casa i tecnici perché la delibera scaturisce da un obbligo di legge. E infatti in caso d’inadempimento è il singolo condomino a essere sanzionato. Per la lettura dei consumi tecnici non hanno bisogno di entrare nelle abitazioni e fare il giro dei locali: possono provvedere in remoto sfruttando la trasmissione dei dati via radio dai ripartitori di calore installati.
 
Bolletta leggera

Ogni condomino paga anche una quota fissa, tra il 20 e il 30 per cento del totale, per tenere conto delle dispersioni di calore della rete di distribuzione dalla caldaia fino all’ingresso degli appartamenti. L’addebito per la quota a consumo varia in base al prezzo del combustibile e al rendimento stagionale del generatore oltre che in ragione del clima. Le liti condominiali, intanto, sono dietro l’angolo. Gli appartamenti che non hanno una buona esposizione solare escono penalizzati dalla contabilizzazione. Paga di più chi abita all’attico, in appartamenti con facciate esposte a Nord o sopra porticati e chi sta molto in casa; risparmiano i condomini che vivono in locali esposti a Sud o che sono spesso fuori. Ma chi passa tutta la giornata in casa si avvantaggia comune del minor consumo a livello di tutto il condominio: la bolletta generale del combustibile sarà infatti meno cara.
 
Ripartitore sì, contatore no
 

Ripartitori invece che contatori. Il condominio può scegliere di installare solo lo strumento elettronico che consente di stabilire il consumo di ogni piastra radiante a condizione che la relazione di un tecnico abilitato, anche non asseverata, accerti che la messa in esercizio di contatori di calore non conviene nel rapporto fra costi e risparmi potenziali, anche se è tecnicamente possibile. Lo stesso passaggio ai sistemi di contabilizzazione si può evitare se un esperto certifica che è impossibile o inefficiente per com’è strutturato l’edificio.
 
 
 

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