- Lunedì 21 Novembre 2016, 09:19
Cumulo dei contributi, tutte le novità dal prossimo anno
Sarà più facile chiedere la pensione anticipata. Le norme allo studio
Novità in tema di cumulo dei contributi. Dal prossimo anno, sempreché il Dl presentato dal Governo divenga legge, il cumulo può essere attivato anche per chiedere la pensione anticipata e anche se in una delle gestioni interessate il soggetto abbia raggiunto già il requisito minimo contributivo (in genere 20 anni).
Il cumulo presso due o più enti previdenziali
Nasce nel gennaio 2013 e consente di sommare tra loro i contributi versati presso due o più gestioni previdenziali diverse. Riguarda i lavoratori dipendenti pubblici e privati, comprese colf e badanti, gli autonomi (coltivatori diretti, mezzadri, coloni, imprenditori agricoli, artigiani, commercianti) gli iscritti alla gestione separata (i cosiddetti parasubordinati), gli iscritti a forme sostitutive (volo, dazio, spettacolo, ecc.) ed esclusive (statali, dipendenti enti locali e sanità, ecc.). Sono fuori dal beneficio i liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private e privatizzate (medici, avvocati, notai, commercialisti, geometri, ecc.).
Cinque condizioni
Sommare con il cumulo due o più spezzoni contributivi è operazione subordinata al rispetto di cinque condizioni: 1) non si deve avere già una pensione; 2) non si deve aver maturato i requisiti per la pensione – cioè avere almeno 20 anni di contributi- , anche se non è stata chiesta; 3) non si può chiedere la pensione anticipata in quanto il sistema è creato per pensione di vecchiaia, trattamenti di inabilità e pensione ai superstiti; 4) non devono essere coincidenti tra loro i periodi contributivi ammessi al cumulo; 5) non si può chiedere il cumulo di una sola parte dell’anzianità contributiva: o tutto o niente!
Diritto e misura
Avendo: a) una somma di contributi che raggiunge il minimo complessivo di 20 anni; b) un’età che fino al 2018 è di 66 anni + 7 mesi ( ridotti a 66 anni + 1 mesi per le lavoratrici autonome e 65 anni + 7 mesi per le lavoratrici dipendenti del settore privato); c) un rapporto di lavoro dipendente cessato almeno il giorno prima della decorrenza della pensione, il cumulo è riconosciuto. Perciò avere versato, ad esempio, 8 anni come autoferrotranviere o telefonico, 8 anni di contributi Inps, 6 anni di contributi allo Stato fa raggiungere il diritto a pensione, che senza il cumulo sarebbe negata da tutte e tre le gestioni. Ma tutto ciò non ha alcun rilievo sul calcolo. La pensione, per restare all’esempio, non sarà rapportata a 22 anni di anzianità, ma sarà data dalla unificazione di tre diverse, diciamo così, sotto-pensioni, calcolate su 8, 8 e 7 anni contributivi da ogni rispettiva gestione pensionistica, ognuna delle quali applicherà le proprie norme di calcolo.
Cumulo 2017
Tutto quello che abbiamo ora detto varrà anche dal prossimo anno ma con i seguenti importanti aggiustamenti che superano i limiti indicati e che staccano definitivamente e in senso positivo il cumulo dall’altra analoga istituzione denominata totalizzazione.
A – Il cumulo è riconosciuto anche per ottenere la pensione anticipata che nel triennio 2016-2018 viene assegnata a chi, indipendentemente dall’età, ha raggiunto 42 anni + 10 mesi di versamenti contributivi se uomo, e 41 anni + 10 mesi se donna.
B – Il cumulo è ammesso anche se in una gestione è stato raggiunto il requisito contributivo minimo per la pensione (in genere 20 anni), il che rende completa la possibilità di sfruttare il cumulo.
Ricongiunzione
La ricongiunzione resiste. C’è e resta anche nel 2017 e presumibilmente negli anni successivi. Costa quasi sempre molto, spesso in modo assolutamente sproporzionato, in alcuni casi in misura accettabile, in minimi casi con spesa zero.
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