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dalla Agenzia delle Entrate
  • di Oliviero Franceschi e Daniele Cuppone
  • Lunedì 3 Ottobre 2016, 08:40

Partite 90mila lettere dalla Agenzia delle Entrate

Il Fisco segnala le anomalie prima di avviare procedure di verifica


Sono partite nelle ultime settimane circa 90mila lettere dall’agenzia delle entrate ai contribuenti: riguardano la cosiddetta collaborazione fiscale e si aggiungono alle altre migliaia relative al controllo formale  ed automatico..
 
La “compliance”, l’arma gentile del fisco..
 

La nuova strategia del fisco si chiama "compliance" o collaborazione fiscale: prima di inviare un accertamento o di iniziarne la costosa procedura interna di ulteriore verifica e controllo, l’amministrazione finanziaria segnala al contribuente stesso le anomalie riscontrate nella sua posizione, offrendogli in tal modo una via d’uscita a prezzi di saldo.
Le anomalie individuate dal fisco possono riguardare, ad esempio,  redditi di lavoro dipendente e assimilati, assegni periodici corrisposti dall’ex coniuge, redditi di partecipazione in società di persone, in Srl “trasparenti”, utili corrisposti da società di capitale o enti commerciali, redditi di lavoro autonomo non derivante da attività professionale, alcune tipologie di redditi diversi. L’amministrazione le evidenzia incrociando i dati di modelli diversi anche presentati da soggetti differenti e in questo momento stanno arrivando le lettere relative all’Unico 2013, redditi 2012.
Arrivata la comunicazione, la palla passa al contribuente: chi riconosce l’errore può correggerlo avvalendosi del ravvedimento operoso. Ma non solo: oltre a versare le maggiori imposte con sanzioni e interessi, occorre anche presentare una dichiarazione integrativa e versare la sanzione per dichiarazione infedele, calcolata in misura ridotta pari al 15% della maggiore imposta o del minor credito, il tutto come sempre con il modello F24, dove va riportato il codice atto presente in alto a sinistra sulla lettera.
 
Programma ad hoc sul sito dell’Agenzia
 
Per facilitare il contribuente che riceve la lettera cosiddetta di compliance nel calcolo di sanzioni e interessi da ravvedimento, l’Agenzia ha messo on line uno specifico programma di ausilio gratuito: grazie a questa comoda applicazione, è possibile quantificare correttamente gli importi dovuti per Irpef, relative addizionali regionale e comunale e per il contributo di solidarietà. Attenzione però: il programma permette di calcolare il ravvedimento delle imposte o del maggior credito ma non quello per l’infedele dichiarazione, che dunque va calcolato a parte. Per non smarrirsi nel dedalo di opzioni del sito delle Entrate il percorso da seguire è: Home/ Servizi on line/ Servizi fiscali/ Servizi fiscali senza registrazione. Se il contribuente ritiene di poter contestare l’operato dell’amministrazione oppure intende avere dei chiarimenti più ampi sulla comunicazione ricevuta, può chiamare il call center al numero di telefono 848.800.444 da telefono fisso (tariffa urbana a tempo) o allo 06/96668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal proprio gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Va selezionata l’opzione “servizi con operatore > comunicazione accertamento”. E’ attivo anche il sistema Civis per questo servizio e naturalmente resta sempre la possibilità di recarsi fisicamente presso l’ufficio territoriale di competenza del contribuente.
Insomma con la “compliance” l’Agenzia vuole entrare in comunicazione collaborativa con i cittadini per chiarire le posizioni, sia quelle realmente non corrette, prevenendo che l’anomalia si traduca in un avviso di accertamento vero e proprio, sia quelle in cui è possibile dimostrare l’inesistenza dell’errore. E il sistema funziona: nel 2015 l’amministrazione ha incassato circa 250 milioni di euro dai contribuenti grazie alle lettere inviate.
 
I controlli tradizionali
 
Oltre alla “collaborazione fiscale” rimane in piedi l’ordinaria attività di controllo dell’Agenzia. E così può capitare che dopo aver preparato con tanta cura la propria dichiarazione dei redditi, il contribuente non possa ancora dormire sonni tranquilli: l’amministrazione infatti ha molti anni a sua disposizione per verificare nel modo che ritiene più opportuno quanto asserito dal cittadino. E poiché succede talvolta che, dopo aver ricevuto una prima letterina dell’Agenzia delle entrate in cui si diceva che andava tutto bene, se ne riceva invece un’altra nella quale si richiedono documenti o addirittura si intima di pagare delle somme, cerchiamo di comprendere meglio come ragiona la nostra amministrazione finanziaria.
 
Controllo automatico
 
Oltre al controllo vero e proprio, il controllo “sostanziale”, l’attività di controllo sulle dichiarazioni dei redditi che qui ci interessa si articola in due tipologie principali: il controllo automatico e quello formale. Una prima importante differenza tra le due è che mentre il controllo automatico si applica a tutte le dichiarazioni presentate, il controllo formale riguarda invece le dichiarazioni selezionate a livello centrale in base a determinati criteri che si inspirano fondamentalmente all’analisi del rischio. Ma le differenze non finiscono quì: il controllo automatico come dice il nome stesso è una procedura automatizzata di liquidazione di imposte, contributi, premi e rimborsi, sulla base dei dati e degli elementi a disposizione dell’amministrazione sia grazie alle dichiarazioni presentate dai contribuenti sia a quanto risulta nell’Anagrafe tributaria. Con il controllo automatico il fisco verifica che quanto dichiarato dal contribuente sia corretto in relazione alle informazioni in suo possesso ma senza entrare nel “merito”, cosa che invece fa con gli altri tipi di controllo. Una terza differenza tra le due tipologie in definitiva è proprio questa ed è dunque qualitativa.
 
Controllo formale

Con la prima analisi, quella di controllo automatico, l’amministrazione ad esempio verifica (per tutti i contribuenti) che i calcoli siano corretti, i crediti dell’anno precedente siano stati riportati esattamente, che le compensazioni di imposte non abbiano superato i limiti di capienza e via dicendo.
Con l’analisi successiva, quella del controllo formale, l’amministrazione effettua il riscontro dei dati indicati nella dichiarazione con i documenti che attestano la correttezza dei dati. Torneremo su questi importanti strumenti nella prossima puntata.
 
(1 - continua)
 
Hanno collaborato Alberto Martinelli e Enrico Rabitti

 
 

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