immagine Le norme che regolano il diritto
all'assegno o all'invalidità civile
  • di Bruno Benelli
  • Domenica 5 Novembre 2017, 17:49

Le norme che regolano il diritto all'assegno o all'invalidità civile

Le pensioni assistenziali sono legate non solo all’età e alle condizioni sanitarie ma anche ai redditi. I criteri adottati dall'Inps, i controlli


Quando si chiede l’assegno o la pensione di invalidità civile oppure l’assegno sociale quali redditi entrano nel mirino dell’Inps?  Sappiamo che le pensioni assistenziali sono legate non solo all’età e alle condizioni sanitarie del soggetto ma anche ai redditi che costui possiede. Ed è proprio sui redditi che gli interessati hanno sempre molti dubbi e perplessità. Non riescono a comprendere a quale anno faccia riferimento l’Inps per accettare o respingere la domanda di pensione e di assegno. E ora la faccenda si complica di più per una decisione della Cassazione a proposito della riscossione degli arretrati.
Iniziamo e controllare la procedura seguita da Inps.
A – Allorché viene liquidata per la prima volta la prestazione si fa riferimento solo ai redditi dell’anno in corso. Esempio: assegno sociale con decorrenza novembre 2017 = controllo dei redditi 2017.
B -  Negli anni successivi (esempio: 2018) c’è una divaricazione:
° Se la persona ha per reddito un’altra pensione = si guarda al reddito dello stesso anno (2018).
° Se la persona ha redditi diversi dalla pensione = si controllano quelli dell’anno precedente (2017).
 
Il problema degli arretrati
 
La questione nasce quando una persona in un certo anno riscuote somme arretrate riferite, ad esempio, ai due anni  precedenti. Come vanno trattate le somme? Vanno ignorate? Se ne deve tenere completo conto?
In materia c’è una diversità di posizione, derivante proprio dalla normativa.
 
Per gli assegni sociali
 
Si applica il criterio di competenza: vale a dire per ogni anno vanno calcolati solo i redditi riferiti a quell’anno e non anche quelli arretrati che si riferiscono ad anni precedenti.
 
Per le prestazioni di invalidità civile
 
Si applica l’opposto criterio di cassa: vale a dire si tiene conto nell’anno di tutti i redditi realizzati comprese anche le riscossioni di pagamenti arretrati soggetti a tassazione separata conseguiti, a prescindere dall’anno di competenza.
 
Contenzioso giudiziario
 
Ebbene, su questo ultimo punto s’é innescato un forte contenzioso giudiziario, che ora ha termine con la vittoria degli assistiti Inps: si deve tenere conto anche degli arretrati non nel loro importo complessivo, ma  solo nelle quote maturate per ciascun anno di competenza.
Esempio: nel 2017 il soggetto riscuote 6 mila euro di arretrati, così composti: 4 mila euro riferiti al 2016 e 2 mila euro all’anno in corso. Ebbene, se  gli uffici Inps devono valutare i redditi 2017 dovranno tenere conto dell’arretrato nella misura di 2 mila e non di 6 mila euro.
 
Aiuti da parte dei familiari
 

 Un’altra questione  tiene sulle spine gli interessati. Ed è questa: se la persona che chiede la pensione viene aiutata economicamente da qualche familiare non ha più diritto alla prestazione?
In materia è difficile reperire disposizioni dell’Inps. Dobbiamo perciò rifarci alla giurisprudenza della Corte di cassazione che è benevola nei confronti degli interessati. Ma anche qui dobbiamo fare una distinzione in relazione alla obbligatorietà o meno dell’aiuto.
A – Se si tratta di persona alla quale il coniuge separato o divorziato deve corrispondere gli assegni alimentari o di divorzio, la prestazione Inps non è riconosciuta, salvo il caso in cui questi pagamenti siano inferiori ai limiti di reddito indicati dalla legge per avere diritto alla pensione di invalidità civile o all’assegno sociale.
B – Se invece si tratta di donazioni di denaro che sono fatte a titolo di aiuto, di affetto familiare, e  che perciò non sono obbligatorie, la prestazione Inps deve essere riconosciuta. A titolo di esempio: l’aiuto mensile in denaro elargito dai figli.
 
 

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