immagine Siracusa, venduta l'isola di Capo Passero: al via la costruzione di un complesso alberghiero
  • di Mario Meliadò
  • Domenica 29 Ottobre 2017, 16:49

Siracusa, venduta l'isola di Capo Passero: al via la costruzione di un complesso alberghiero

Ricordate la singolare messa in vendita dell'Isola delle Femmine, l’isolotto di fronte al litorale di Capaci – in provincia di Palermo – di cui gli eredi del conte Rosolino Pilo stanno tentando di disfarsi via Internet? Nel frattempo, altri siciliani si sono portati avanti col lavoro. E quasi a dar vita a una “Sicilia-spezzatino”, messa in vendita pezzetto per pezzetto coi suoi gioielli paesaggistici e ambientali, già hanno ceduto la proprietà dell’estrema punta Sud-Est dell’intero territorio siculo: l’isolotto di Capo Passero. Uno dei «luoghi più belli del mondo», secondo lo scrittore Mario Soldati.
 
Lunga 1.300 metri e larga 500, Capo Passero è una piccola isola ormai da tempo disabitata che ricade nel territorio comunale di Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa (molti ricorderanno probabilmente la fiction Rai con Beppe Fiorello I fantasmi di Portopalo: la notte di Natale del ’96, i 283 indiani, pachistani e cingalesi affondati col barcone che trasportava complessivamente oltre 500 migranti morirono proprio al largo di Capo Passero).
Oltre alle palme nane e a un’invidiabile popolazione ornitologica, l’isoletta è dominata dall’omonimo Forte, realizzato tra il 1599 e il 1607 su impulso del viceré di Sicilia Marcantonio Colonna – e restaurato appena 10 anni fa diventando “ecomuseo” affidato a Legambiente, ma in concreto visitabile solo per una manciata di settimane – come presidio militare contro le incursioni dei Turchi, ma anche come prigione.
 
Così come nel caso di Isola delle Femmine, la proprietà di questo lembo di terra – che quanto a latitudine sta più a Sud di Tunisi: 36° 40’ 60” Nord contro 36° 49’ 8” Nord – è privata. Ed è così che il proprietario Francesco Bruno di Belmonte ha scelto di cedere Capo Passero al miglior offerente.
La compravendita è stata appena perfezionata, anche se in verità mancano al riguardo notizie ufficiali. A comprare, un gruppo di professionisti mantovani intenzionato a trasformare Capo Passero e la vicina tonnara, costruita 800 anni fa e abbandonata da circa un secolo (situata però sulla terraferma, era la più grande tonnara d’Italia: ma nel 2008 fu posta sotto sequestro in quanto a rischio-crollo) in un lussuoso super-albergo da 128 camere, 18 delle quali suite deluxe, dotato d’ogni comfort, piscine, spa e solarium. Nel 2014, durante una vacanza, questi architetti e ingegneri di tre studi professionali di Mantova erano rimasti incantati dalla bellezza di Capo Passero: nel giro di tre anni, l’elaborazione di un progetto che potrebbe fornire una chiave turistica e di sviluppo completamente diversa alla piccola isola del Siracusano.
 
Stando a fonti lombarde, l’investimento sfiorerebbe i 30 milioni di euro: almeno dieci per l’acquisto del terreno (630mila metri quadri: isola più tonnara abbandonata e parco adiacente, il Forte di Capo Passero è invece escluso in quanto fa capo al Demanio), oltre 15 milioni per la costruzione della megastruttura ricettiva, che ha ricevuto il “via libera” giusto il 31 agosto scorso.
Sì, perché non è stato facile superare il vaglio della soprintendente di Siracusa ai beni culturali e ambientali, l’archeologa catanese Rosalba Panvini: negli anni passati, diversi altri progetti erano stati stroncati sul nascere proprio in quanto ritenuti poco rispettosi della cultura e della storia locale. Ben diversa la storia col progetto targato Mantova, soprattutto perché non prevede costruzioni nuove, bensì solo la riqualificazione dei manufatti esistenti.
 
Anche se mancano gli ultimi passaggi relativi ai progetti esecutivi, in concreto il cronoprogramma per due anni e mezzo complessivi di lavori è già al countdown, per l’estate del 2020 è previsto l’arrivo dei primi ospiti del futuro albergo. Nel frattempo, già si sono fatti dei passi per l’infrastrutturazione telematica del turismo nell’area: proprio da Portopalo di Capo Passero ha preso il via il progetto Mythos, che mette insieme mappe turistiche di facile fruibilità, geolocalizzazione e caratteristiche user-friendly per gli utenti dei telefonini. E il progetto riceve anche il plauso del sindaco portopalese, Ferdinando Giuseppe Mirarchi («Una grande opportunità di crescita qualitativa per il nostro borgo marinaro: potrebbe rappresentare un volàno di sviluppo»).
 
Sugli scudi, invece, gli ecologisti: memoria storica e caratteristiche tipiche dei luoghi, a loro dire, verrebbero completamente obliterati dall’edificazione (sebbene “sul costruito”) di una struttura alberghiera. Legambiente annuncia fin d’ora ricorso perché già nel ’95 fu avviato l’iter per fare dell’isola una Riserva naturale integrata e Capo Passero fu anche inserita nel relativo decreto della Regione Sicilia, anche se poi ne fu espunta in seguito a ricorso della proprietà. 

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