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  • di Bruno Benelli
  • Lunedì 18 Settembre 2017, 09:23

Addio voucher, al loro posto c'è il "libretto di famiglia"

Nuove regole per i lavori domestici occasionali, dalle pulizie al giardinaggio, dall'assistenza domiciliare alle manutenzioni


Per le persone fisiche  che non hanno un’attività professionale o di impresa (esempio: dirigenti, impiegati, casalinghe, ecc.) i piccoli lavori occasionali devono essere svolti con il nuovo sistema del libretto di famiglia.
Si possono fare: 1) piccoli lavori domestici, giardinaggio, pulizia e manutenzione; 2) assistenza a domicilio di bambini e di anziani ammalati/disabili;  3) insegnamento privato supplementare (ripetizioni).
Dal prossimo anno entra nel sistema anche il bonus per servizi baby sitting. Prima di iniziare questi lavori è necessario chiedere il libretto. L’utilizzatore e il lavoratore devono  registrarsi sulla specifica piattaforma informatica Inps dando tutte le informazioni relative al lavoro. E ciò possono farlo anche presso uffici postali. L’utilizzatore crea un personale  portafoglio telematico e anticipa con modello F24  la provvista per pagare il lavoro.
 
I tetti da rispettare
 
Ogni singolo lavoratore non può superare – nell’arco dell’anno civile, cioè gennaio-dicembre –  due limiti di compensi: 1) presso ogni singolo utilizzatore 2.500 euro netti; 2) nel complesso dell’anno 5.000 euro netti (nei casi in cui svolga più lavori). Gli utilizzatori a loro volta hanno un limite di pagamento: 5.000 euro netti per tutti i lavori (uno, due tre, ecc.) che hanno fatto svolgere dalla totalità dei lavoratori.
 
Minimo dieci euro l'ora
 
Ogni ora di lavoro viene retribuita con un minimo di 10 euro. Ma al lavoratore vanno in tasca solo 8 euro. I dieci euro sono un minimo, si può dare  di più. Ma il soldo effettivo è 8 euro per il lavoratore che sono esentasse, in quanto gli altri 2 euro  sono prelevati dall’Inps per pagare la pensione, dall’Inail  per le prestazioni contro gli infortuni sul lavoro, e per gli oneri di gestione. Per il pagamento la procedura, penalizzante per i lavoratori, è la seguente: 1) l’utilizzatore  deve: a) al termine della prestazione lavorativa, b)  comunque non oltre il terzo giorno del mese successivo a quello di svolgimento della prestazione stessa, collegarsi con la  piattaforma telematica Inps direttamente o servendosi  degli operatori del call-center e comunicare: i dati identificativi del prestatore; il luogo e la durata della prestazione.
Della comunicazione dell’utilizzatore viene informato il lavoratore attraverso: a) e-mail; b) sms; c) MyInps, di modo che ci sia un controllo diretto di quanto affermato dal committente.                                                           Se tutto è ok, Inps pagherà Il compenso al prestatore entro il giorno 15 del mese successivo a quello di svolgimento della prestazione.
 
Modalità di pagamento
 
Il pagamento dei compensi al prestatore avviene: 1) con accredito delle somme sul conto corrente bancario indicato al momento della registrazione; 2)  in assenza di indicazioni sul conto corrente bancario, con bonifico bancario domiciliato con spese a carico (oggi 2,60 euro) del prestatore. e con valuta entro il giorno 15 del mese successivo allo svolgimento delle prestazioni lavorative. Le spese di incasso  vengono detratte dall’Inps dall’importo del compenso da erogare. Poste Italiane comunica all’interessato la disponibilità delle somme entro il 15 del mese riscuotibili presso qualsiasi ufficio postale previa esibizione: a) di documento di identità; b) della medesima comunicazione.                                                                                                                   Ebbene, con questo sistema si può verificare che il lavoratore presti l’attività accessoria, ad esempio, nei primi cinque giorni del mese di ottobre 2017 e riceva il soldo pattuito il 15 novembre, vale a dire 40 giorni dopo.                               
 
 

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