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stesso trattamento previdenziale
  • di Bruno Benelli
  • Lunedì 30 Ottobre 2017, 09:43

Colf, in casa o in comunità stesso trattamento previdenziale

Comunità di assistenza, militari, seminari e case famiglia: non soltanto i privati sono datori di lavoro domestico
 


Anche le comunità possono avere la colf.  Ma si tratta di particolari comunità alle quali la legge ritiene di dare una particolare tutela ai fini previdenziali. Per l’esattezza il decreto presidenziale 1403 del 1971 stabilisce che possono essere datori di lavoro domestico, oltre alle persone fisiche, anche le comunità - religiose e non - costituite tra persone non legate da vincoli di sangue che sostituiscono, per coloro che ne fanno parte, sotto il profilo morale e organizzativo , la famiglia di origine. Ecco i requisiti che le comunità devono avere, perché si possano qualificare come datori di lavoro domestico: 1) essere stabili, permanenti e continuative, con una comunanza di “tetto e mensa” ; 2)  non perseguire fini di lucro, e fini politici, culturali , sportivi o di svago.                                                                                                                          
 
Vita familiare
 
Con questi due  requisiti il rapporto mantiene la natura di lavoro domestico, vale a dire di opera resa per il funzionamento della vita familiare. Ciò in quanto le comunità sono assimilabili per i soggetti che ne fanno parte alla propria famiglia. Sono quindi riconducibili, in un elenco esemplificativo indicato da Inps: le case famiglia, i seminari, le comunità familiari di assistenza , le convivenze di sacerdoti anziani cessati dal ministero parrocchiale o dal servizio diocesano, le comunità militari. E se non ci sono i requisiti ? In questo caso niente più colf: il lavoro è subordinato tipico di un addetto alle pulizie, per il quale vanno applicate tutte le norme del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore interessato.
 
Il rilascio del Pin
 
Essendo obbligatoria la iscrizione della colf all’Inps tramite il canale telematico e obbligatorie anche le successive comunicazioni di variazione e cessazione, anche per le comunità l’Ente di previdenza mette a disposizione, previa identificazione con Pin , un apposito profilo di identificazione. Ma questo rilascio del Pin, essendo molto particolare la natura del datore di lavoro domestico, può avvenire solo fisicamente presso le sedi territoriali Inps, in quanto deve essere verificato – in base all’atto costitutivo, allo statuto e ad ogni documento utile – l’effettivo possesso dei requisiti che comportano il riconoscimento della natura di datore di lavoro domestico.
Il Pin utile all’ accesso ai servizi per i lavoratori domestici per conto della comunità è rilasciato esclusivamente al rappresentante legale della comunità stessa. I servizi online verificano tale requisito sulla base delle informazioni presenti nell’anagrafe tributaria.                                                              
 
La richiesta
 
Per ottenere il rilascio del Pin: A)  il rappresentante legale della comunità, allegando copia del documento di identità, deve compilare e sottoscrivere il modulo di richiesta allegato e consegnarlo, anche tramite un delegato, alla sede Inps di competenza; B)  il personale Inps, dopo aver verificato la correttezza formale della richiesta, l’identità del richiedente e l’esistenza dei requisiti sopra riportati, provvede al rilascio del Pin.    
 

 

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