Intanto si delinea il percorso che porterà alla caduta ufficiale del
governo. Il presidente del
Senato, Elisabetta Casellati, ha convocato i capigruppo per lunedì, per stabilire la data del
voto di sfiducia, atteso, al momento, per dopo Ferragosto. La
Lega ha già presentato la sua mozione: «Troppi no», come quello «clamoroso e incredibile alla
Tav, fanno male all'Italia», c'è scritto.
Ma i
pentastellati rilanciano: approviamo subito in via definitiva la sforbiciata alla poltrone. L'intenzione del partito di
Di Maio è quella di chiedere la convocazione straordinaria della
Camera per votare la riforma prima della discussione al
Senato sulla mozione di sfiducia. E allora anche il
Pd ci prova: votiamo anche la mozione di sfiducia a
Matteo Salvini, quella che i
Dem hanno depositato tempo fa sui sospetti fondi russi alla
Lega.
Salvini guarda con sospetto a queste sfide, a questa convergenza di attacchi. Prima attacca: sono solo stratagemmi per non andare a votare, visto che «tanta gente ha paura di non essere rieletta». Poi evoca lo spetto degli «inciuci», dei governi tecnici. «Sento che ci sono toni simili tra
Pd e
M5S - dice - Sarebbe incredibile un governo
Renzi-
Di Maio. Sarebbe un governo inaccettabile per la democrazia».
Chiamati in causa,
Cinque stelle e
democratici negano alleanze segrete, piani sotterranei. I primi gli danno del traditore, mentre
Zingaretti sentenzia: «Il populismo al governo ha fallito», per questo la sfida delle elezioni «non è persa. Ci saranno due alternative: la Lega o il Pd». L'ex premier
Matteo Renzi replica da Facebook: «Caro Salvini, meno mojiti, più camomille».
Il leader della
Lega ha fretta di andare a elezioni, di mettere a reddito il malloppo di consenso elettorale accumulato in questi mesi di governo. Sarà candidato premier, vuole che gli italiani gli diano «pieni poteri». Ha anche accarezzato l'idea di far correre la
Lega senza alleati, e di vedere come va, per guardarsi attorno dopo le elezioni, nel caso in cui non possa fare da sola. I compagni di viaggio 'naturali' sono
FI e
FdI. Gli azzurri stanno facendo i conti con la diaspora di
Giovanni Toti. Il governatore della Liguria ha già annunciato che il simbolo del suo movimento, 'Cambiamo', sarà sulla scheda elettorale.
FdI si fa forte degli esiti delle ultime tornate elettorali. Così
Giorgia Meloni avverte
Salvini. «Noi le alleanze le facciamo prima del voto e non dopo. Non avrebbe molto senso rischiare di fare un altro governo con un gioco di palazzo dopo il voto, piuttosto che un'alleanza che gli italiani invocano da mesi». In serata
Salvini sembra aprire: «Non si è deciso se correremo da soli. Abbiamo un'idea di Italia per i prossimi cinque anni che sottoporremo a chi la condivide con noi».
Il premier Conte scrive a Fico e Casellati: «Pronto a comunicazioni». Il premier Giuseppe Conte ha scritto ai presidenti del Parlamento per dare la propria disponibilità a rendere le proprie comunicazioni alle Camere. Lo si apprende da fonti parlamentari. La prossima settimana sono convocate entrambe le conferenze dei capigruppo.
Vai all'articolo completo
Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione ed inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più clicca qui.
Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
X