di Mariapia Bruno

Sabato 25 Giugno 2016, 18:09

Dal giardino di Emily Dickinson al parco di Agatha Christie: visita nelle case delle scrittrici

Peri, pruni, ciliegi, meli: ecco alcuni degli ingredienti del frutteto curato con tanto amore da Emily Dickinson, in quel piccolo boschetto della sua proprietà in Triangle Street di Amherst, nel Massachusetts. Un angolo di paradiso con orto e fiori che la poetessa, appassionata di botanica, curò con passione sia d’estate che d’inverno: il padre Edward, infatti, le costruì anche una serra dove riporre i suoi amati bulbi. Emily amava definirsi Lunatic on Bulbs a causa della sua passione per giacinti, narcisi e altri fiori primaverili che doveva curare alla luce della luna, poiché i raggi del sole, a causa di un problema alla vista, le causavano un grosso fastidio.

La serra fu abbattuta dai nuovi proprietari nel 1916, 30 anni dopo la morte della dotta inquilina: adesso il Museo Emily Dickinson è alle prese con la ricostruzione integrale del giardino che rappresenta una testimonianza importante della sensibilità di Emily. Nelle sue poesie, l’autrice fa riferimento alle piante circa seicento volte, nominandone ottanta varietà differenti, e cita circa trecentocinquanta tipologie di fiori, di cui la regina è la rosa; ma a corte c’è sempre spazio per denti di leone, trifogli e margherite. E dai fiori ha appreso una lezione fondamentale: "Coloro che non vivono ora, dubitano di poter vivere di nuovo", ha scritto Emily qualche anno prima della sua morte; la rinascita dei suoi fiori, infatti, le faceva credere nella possibilità della vita eterna.

Non molto lontano da casa di Emily, a Concord, sorge la casa di Louisa May Alcott, autrice di uno dei romanzi più amati della letteratura americana: Piccole Donne. Nella sua Orchard House (orchard significa frutteto), la scrittrice, appoggiandosi su un ripiano costruitole appositamente dal padre, ha dato vita ai personaggi di Meg, Jo, Beth ed Amy. Le sorelle March sono nate dal cuore di Louisa ed ancora oggi, attraversando le stanze ben conservate della casa, sembra quasi che le piccole donne siano passate davvero da quelle sale. Il merito va anche ai film dalle ambientazioni straordinarie che sono stati dedicati alla storia: quello del 1949 con Elizabeth Taylor e la vispa June Allyson, e quello del 1996, con una splendida Susan Sarandon nei panni della saggia madre, un elegantissimo Christian Bale nelle vesti del dirimpettaio Lory, Winona Ryder nella parte di Jo e le giovanissime Claire Danes e Kirsten Dunst nei ruoli di Beth ed Amy. La realtà, in questo caso, è così custodita da confondersi con il bello della finzione. Louisa ne sarebbe felice.
 

 

Tornando nel vecchio continente, è il caso di ricordare altre tre belle case dove hanno vissuto scrittrici di gran livello.

La prima è quella di Charlotte Brontë, ad Haworth, nello Yorkshire. E’ interessante scoprire che già prima della morte dell’autrice molti visitatori andavano in “pellegrinaggio” nella cittadina con l’intento di avvistarla. La casa, che sorge in un paesino immerso nella brughiera, è oggi sede della Brontë Society e del Brontë Parsonage Museum: la società ha cercato di ricreare l’atmosfera originale dell’epoca pere consentire al pubblico un’immersione autentica nella vita dell'autrice di Jane Eyre e di sua sorella Emily, autrice di Cime Tempestose. Il museo raccoglie manoscritti, lettere, prime edizioni di romanzi e poesie e altri materiali appartenuti alle sorelle. Nelle vicinanze ci sono dei luoghi strategici come la Penistone Crag, la “grotta delle fate”, e Ponden Hall, menzionati più volte in Cime Tempestose, e la casa natale delle sorelle Brontë, a Thornton, in Marker Street n°72-74, che oggi è una caffetteria.

Nel cuore dell’Hampshire, a Chawton, invece, sorge la casa dove Jane Austen ha trascorso gli ultimi otto anni della sua vita revisionando i suoi manoscritti. Oggi è un museo che racconta la vita e le opere della moderna e indipendente scrittrice ottocentesca che ha ispirato film divertenti come Il club di Jane Austen e che viene ancora oggi presa a modello da molte donne. Fidanzarsi, sposarsi, avere figli? Assolutamente no, direbbe Jane, meglio scrivere bei romanzi e vivere del proprio lavoro.

A sessantaquattro miglia da casa di Jane, sorge nel Sussex la casa di campagna di Virginia Woolf, dove la scrittrice visse col marito Leonard. La dimora, detta Monk’s House, fu scelta dai coniugi per il bel giardino selvaggio e ricco di piante. Virginia, lontana dalla frenetica Londra e dagli ambiziosi membri del Bloomsbury Group, scrisse nella sua casa di campagna la maggior parte delle sue opere. Qui si fece costruire “Una stanza tutta per sé”, da cui prese titolo l’omonimo libro, ovvero una camera da letto su un piano rialzato attaccato ma separato dalla casa. Sono tante le cose rimaste come un tempo, come se Virginia fosse uscita per una passeggiata e potesse rientrare da un momento all’altro e rimettersi a lavoro sui fogli di carta azzurra lasciati ordinatamente sul tavolo.

Ultima tappa di questo tour per le case delle scrittrici è Devon, dove trascorreva Natali ed estati la regina dei gialli Agatha Christie. La sua Greenway House, gestita oggi dal National Trust, parla ancora oggi di lei: è una villa molto elegante circondata da un parco dove l’autrice giocava con gli amici a croquet e a clock golf. Al suo interno stanze colme di fotografie, vestiti appesi nell’armadio, soprammobili e cimeli del marito archeologo sparsi qua e là: anche in questo caso, ci si aspetta che da un momento all’altro ci accolga la nota padrona per raccontarci nuove misteriose storie.

I fan del simpatico coniglietto Peter, nato dai disegni meravigliosi di Beatrix Potter, potranno visitare il caratteristico cottage dell'autrice nel Parco Nazionale del Lake District. Consigliato il film con René Zellwegger, Miss Potter, che narra la storia della disegnatrice.

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