di Giampiero Valenza

giovedì 9 gennaio 2020, 13:50

Chi ha gatti in casa è più probabile che sia ateo: cercano nei mici quello che chiederebbero a un dio

Chi ama i gatti è molto più probabile che sia ateo. Secondo uno studio dell’Università dell’Oklahoma, infatti, le persone che vanno in chiesa a pregare più di una volta alla settimana hanno in media 1,4 mici rispetto ai non religiosi che invece ne hanno due. Tutto ruoterebbe attorno all'interazione sociale che hanno gli esseri umani. Secondo il ricercatore Samuel Perry, ciò che le persone cercherebbero nella religione verrebbe trovato negli animali domestici. I credenti, che invece hanno già molte interazioni sociali, non avrebbero bisogno di un gatto. 

"Abbiamo animali domestici perché amiamo la loro compagnia e l'interazione speciale che ci forniscono - dice Perry, secondo quanto si legge sul quotidiano britannico Daily Mail - In un certo senso sono in realtà sostituti dell'interazione umana". 

Secondo la teoria emersa al termine della ricerca, pubblicata sul Journal for the Scientific Study of Religion, i gatti sarebbero parificabili a ciò che si cerca in un dio, perché i felini cercano un costante bisogno di affetto alle loro condizioni, e ciò mette gli umani nelle condizioni di cercare di guadagnare il loro amore.

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