di Paola Toscani

Giovedì 15 Febbraio 2018, 09:12

Mercato in ripresa: nel 2018 compravendite a quota 630 mila, come nel 2010

Una crescita che in 17 anni ha sfiorato il 50%: è quella che ha riguardato il mercato immobiliare italiano. Un ritmo superiore alla media europea, che si è fermata al 30%.

A fare i conti dell’andamento del mercato è Scenari Immobiliari, che ogni anno disegna una panoramica completa nel consueto European Outlook 2018.

Il titolo scelto è tutto un programma: “E la nave va!”. In cifre: nel 2017 il giro d’affari del settore ha superato i 118 miliardi di euro, il 4% per cento in più sul 2016 e arriverà a sfiorare i 126 miliardi quest’anno. Insomma, dopo dieci anni di crisi, per i mercati immobiliari europei è iniziata la risalita. E l’Italia segue il trend. «Tutto è pronto per l’inizio di un nuovo ciclo positivo», si legge nell’Outlook.

La ripresa, imboccata già dal 2017, si consoliderà segnando quest’anno un aumento del +6,5% nel residenziale. In cifre: solo per le abitazioni si stimano oltre 630mila compravendite, come nel 2010. Per avere un’idea: erano 800mila nel 2000, in pieno boom, e 415mila nel 2014, anno simbolo di una crisi profonda. 

«Il mercato ha ormai imboccato un ciclo positivo caratterizzato da uno spiccato miglioramento delle compravendite, ma i prezzi stentano ancora a ripartire», sottolinea il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia. Ma guardando alle grandi città, emerge che Milano e Roma hanno resistito, con la Capitale che nel 2018 supererà i prezzi di dieci anni fa. «La ripresa è limitata ai centri storici o agli immobili di qualità. Non mancano», continua Breglia, «sviluppi innovativi in tutti i comparti del mercato a partire dal residenziale». La ripresa sta infatti premiando l’innovazione, con una concentrazione della domanda sul nuovo.

Ma come sono cambiati i comportamenti?
Partiamo dalle trattative: il ribasso medio rispetto alla cifra iniziale richiesta dall’acquirente è passata dal 14,5% del 2016 al 12% del 2017.

Un segnale importante di dinamismo è rappresentato dal taglio netto dei tempi per arrivare all’affare: dal momento della prima visita alla stretta di mano finale tra acquirente e venditore oggi non trascorrono, mediamente, più di dodici mesi. Erano diciassette appena un anno fa.

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