Nei giorni in cui il governo discute di
pagamenti elettronici e di commissioni bancarie, a
Pordenone si vive una situazione gelatinosa: è come se la norma, varata dall'allora governo
Gentiloni, non fosse mai stata applicata. Pesa l'assenza di un sistema sanzionatorio efficace, ma allo stesso modo sono da tenere in considerazione i costi sostenuti dai singoli commercianti ogniqualvolta un cliente striscia la sua carta per un importo basso.
Non è il caso della grande distribuzione, che lavora su grandi volumi, ma di piccoli esercizi commerciali, come bar e tabaccherie. Si parla di commissioni in grado di mandare in fumo il margine sulla singola vendita, ma non attribuibili al portafoglio del cliente.
Casarsa,
Zoppola,
Pordenone. Tre bar, in un'indagine a campione, che per far fronte ai costi elevati derivanti dall'uso del
bancomat per i pagamenti hanno riversato l'extra sui clienti.
«Un
caffè? Se paga con i contanti è un euro, se invece sceglie le carte sono 40 centesimi in più», ci si sente dire a
Casarsa in stazione. E anche in centro a
Pordenone gli esempi del genere non mancano. E il conto sale da poco più di un euro fino a 2 euro e 20 centesimi. A
Zoppola, sulla statale, c'è invece un bar che esclude a piacimento alcuni servizi e prodotti dal pagamento tramite
bancomat o
carte.
LA MAPPA Negozi d'abbigliamento, ristoranti, grandi magazzini: tutti questi tipi di esercizi commerciali non hanno problemi. Il volume d'affari e l'importo della merce in vetrina sono già alti e pagare con la carta di credito è quasi la norma. Tutto cambia, però, quando si entra in un bar. È lì che la legge nazionale si è incartata. Un noto locale di piazza XX Settembre, ad esempio, ha deciso di far gravare sul cliente il peso di una norma contestata: si può pagare il caffè con il bancomat, certo, ma costa il doppio. Così la proprietà rientra della commissione che è costretta a pagare per l'operazione telematica. Il rincaro raggiunge il 100 per cento nel caso di un caffè, ma resta sempre di un euro anche se la spesa raggiunge ad esempio i 10-15 euro. È una specie di tassa autogestita che viene trasferita sul compratore. Il problema è che le commissioni che colpiscono le singole operazioni svolte con bancomat e carta di credito sono rimaste. Il risultato? I commercianti se rispettano la norma finiscono in alcuni casi per lavorare in pareggio, quando non in perdita.
Vai all'articolo completo
Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione ed inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più clicca qui.
Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
X