immagine Demanio, 3 miliardi in 10 anni per risanare gli immobili pubblici
  • Lunedì 19 Febbraio 2018, 20:13

Demanio, 3 miliardi in 10 anni per risanare gli immobili pubblici

Investimenti nella razionalizzazione, valorizzazione e messa in sicurezza degli edifici pubblici per un totale di 3,2 miliardi in 10 anni, con l'obiettivo di risparmiare e, nel giro di qualche anno, anche di guadagnare qualche centinaio di milioni di euro da immobili altrimenti fonte esclusiva di spesa. È la strategia di medio termine che l'Agenzia del Demanio si prefigge per la riqualificazione energetica ed antisismica di 34 milioni di metri quadri di superficie di immobili attualmente ad uso governativo, ma anche per il risanamento ambientale, le bonifiche, l'edilizia pubblica, la sicurezza delle periferie ed il rilancio urbano. Un esempio su tutti è quello di Palazzo Chigi, sede del governo che ogni anno spende per i consumi elettrici poco meno di 258.000 euro e per il riscaldamento circa 73.200 euro. Con un investimento di 300.000 euro, che permetterà la sostituzione dei serramenti, degli impianti e delle lampade divenute inefficienti, la bolletta energetica diminuirà di 50.000 euro l'anno (-11% per i consumi elettrici, pari a 26.000 euro, e -33% per il riscaldamento, pari a 24.000 euro l'anno). In sei anni si rientrerà quindi dell'investimento iniziale ma si continuerà a risparmiare. Stesso dicasi per gli affitti pagati dalla pubblica amministrazione a privati. Con 38 federal building sul territorio nazionale si risparmierà fino a 200 milioni a partire dal 2022 e in parte si è cominciato già a farlo, con 77 milioni non spesi nel 2017. L'Italia conta 7.000 Km di coste e spiagge, oltre 4.000 musei, quasi 300 parchi archeologici, ben 600 complessi monumentali, più di 60 siti patrimonio dell'Unesco, oltre agli immobili utilizzati da forze dell'ordine, pubblica amministrazione, enti locali e centrali. La razionalizzazione di questo enorme patrimonio «vale molto più delle singole cessioni», secondo il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. «Nessun grande Paese rinuncia al proprio patrimonio. Lo dobbiamo valorizzare, mantenere, tenere in buona efficienza». L'idea è quella di utilizzarlo per fare cassa solo quando riguarda gli immobili «non strategici». «Guai - avverte il premier - ad immaginare di rinunciare alla bellezza». Idea condivisa dal sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, che chiede però un impegno nella prossima legislatura sulla riorganizzazione del demanio marittimo, in poche parole sulle spiagge. La legge delega presente in Parlamento non ha mai visto la luce, ma l'applicazione della direttiva Bolkestein in materia non potrà essere rimandata per sempre. Da qui l'esigenza di trovare una soluzione per tutelare gli operatori, declinando le norme europee, che vanno attuate, il più possibile secondo le esigenze italiane. 

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