immagine Per il lavoro autonomo
al via il regime forfettario
  • di Oliviero Franceschi e Alberto Martinelli
  • Lunedì 13 Febbraio 2017, 09:19

Per il lavoro autonomo al via il regime forfettario

Imposta sostitutiva più mite nei primi cinque anni: dal 15 al 5%


Chi ben comincia è a metà dell’opera dicevano i nostri padri: e per cominciare al meglio un’attività di lavoro autonomo è bene valutare l’utilizzo del regime forfettario, ancora più conveniente nei primissimi anni di attività.
 
Contenere le spese

Come abbiamo visto nella puntata precedente l’unico regime agevolato rimasto per chi apre partita Iva nel 2017 è il regime “forfettario”. Chi ha i requisiti per accedervi e lo sceglie può dribblare molti adempimenti fiscali noiosi e costosi ed evitare di pagare l’Irpef (con le relative addizionali regionale e comunale) optando per un’imposta sostituiva del 15%. Ma non basta: i forfettari non applicano l’Iva, non pagano l’Irap, non sono soggetti alle ritenute d’acconto, né sono sostituti d’imposta, cioè non devono effettuare  a loro volta le ritenute sui compensi pagati e versarle al fisco, e non devono quindi inviare le certificazioni Uniche e il modello 770 ma solo esporre i dati dei soggetti cui non hanno effettuato le ritenute nel proprio modello Unico.
 
Condizioni nuove per il regime al 5%
 
Nella puntata precedente abbiamo anche elencato le condizioni da rispettare per poter accedere al regime forfettario: tra queste il volume d’affari non deve superare ad esempio i 30.000 euro per i professionisti o i 25.000 euro per molte altre categorie produttive.
Per accedere invece al regime forfettario con imposta al 5% invece che al 15% occorre avere ulteriori e precisi requisiti:
- il contribuente non deve aver esercitato attività artistica, professionale ovvero d'impresa, anche in forma associata o familiare nei tre anni precedenti l'inizio dell’attività;
- l’attività che si intende svolgere non deve costituire in nessun modo la prosecuzione di un’altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione del periodo di praticantato obbligatorio ai fini dell'esercizio di arti o professioni;
- qualora venga proseguita un'attività svolta da un altro soggetto, l'ammontare dei ricavi e compensi realizzati nel periodo d'imposta precedente quello di riconoscimento del beneficio, non deve superare i limiti stabiliti per l’accesso al regime, che variano a seconda della categoria di attività.
 
Reddito e imposte

Se pertanto si rispettano gli ulteriori requisiti, non solo si può utilizzare il regime “forfettario”, ma l’imposta sostituiva si riduce al solo 5% per i primi cinque anni di attività: il risparmio è dunque evidente e sostanzioso.
Il reddito da tassare si determina allo stesso modo sia con il regime al 15% che con quello al 5%. I ricavi sono assoggettati ad una percentuale diversa a seconda della categoria reddituale. Una volta fatto questo calcolo, dal reddito così ottenuto si sottraggono i contributi obbligatori versati all’Inps o alla cassa di appartenenza (in quest’ultimo caso generalmente solo contributo soggettivo e di maternità) e si ottiene il reddito netto. Il reddito netto si moltiplica poi per un’aliquota anch’essa diversa a seconda del settore di attività realizzata e si ottiene l’imposta da versare a saldo nella casse sempre “accoglienti” del fisco.
 
Esempio

Il signor Mario, dopo lunghe riflessioni, decide di aprire partita Iva come amministratore di condominio e di aderire al regime forfettario. Ricorrendone i requisiti, può tassare il proprio reddito con la vantaggiosa aliquota del 5%. Supponendo che nel 2017 consegua 20.000 euro di ricavi ed abbia sostenuto 1500 euro di contributi previdenziali obbligatori deducibili, ecco come si ottengono le imposte da versare come saldo a giugno:

Ricavi :                                          20.000
Percentuale stabilità per le
attività professionali:                     78%
Reddito lordo :                              20.000 x 78% = 15.600
Reddito netto :                              15.600- 1.500 = 14.100
Imposta sostituiva :                       14.100 x 5% = 705
 
Se invece non fosse rientrato nel regime agevolato al 5% le imposte sarebbero state molto più pesanti:

Ricavi :                                         20.000
Percentuale stabilità per le
attività professionali:                    78%
Reddito imponibile :                     20.000 x 78% = 15.600
Reddito netto :                             15.600- 1.500 = 14.100
Imposta sostituiva:                       14.100 x 15% = 2.115
 
In entrambi casi naturalmente andranno versati anche gli acconti, proprio come per l’Irpef.
 
Perdite pregresse e crediti d’imposta
 

In realtà le cose sono leggermente più complesse perché prima di assoggettare il reddito all’aliquota, rispettivamente, del 5% o del 15%, bisogna anche detrarre le eventuali perdite pregresse. Inoltre per determinare il quantum da versare all’erario vanno detratti dall’imposta lorda alcuni crediti d’imposta che il legislatore consente siano portati in diminuzione del saldo da versare.
 
Regime conveniente?
 
Se per i fortunati che tassano al 5% la convenienza dovrebbe essere scontata, per il popolo del 15% invece le cose non sono così certe. Coloro che sono tassati normalmente con l’Irpef e compagnia infatti hanno un’aliquota più alta, ma possono sfruttare anche una detrazione d’imposta per lavoro autonomo che per i forfettari non esiste. Perciò per chi realizzasse ricavi molto bassi la convenienza è tutta da verificare: per un fatturato sotto i 10.000 euro il passaggio al regime potrebbe anche essere un passo indietro..
 
Riduzione dell’Inps

Tuttavia per chi svolge attività considerata reddito d’impresa, soggetta perciò all’Inps c’è un altro beneficio da valutare e cioè la riduzione dei contributi fissi del 35%, una boccata d’ossigeno, da non sottovalutare. Per averne diritto però attenzione a presentare l’istanza all’Inps. Consigliamo comunque ai nostri lettori di farsi bene i conti prima di cedere alle sirene del fisco.
 
Hanno collaborato Daniele Cuppone ed Enrico Rabitti
 
 
 

  • Annunci correlati

Trilocale, viale Aurelio Saffi

1.400 €
Affitto Trilocale a Roma (RM)
102 m2 3 stanze 2 bagni TRASTEVERE: ELEGANTE PIANO RIALZATO CON GIARDINO APPENA RISTRUTTURATO UBICAZIONE: centrale e servita dalle principali infrastrutture urbane e di quartiere (stazioni FS e Metro...

IlMessaggeroCasa.it