immagine Più qualità e meno consumi: regole d’oro per risparmiare
  • di Dario Ferrara
  • Lunedì 3 Dicembre 2018, 15:41

Più qualità e meno consumi: regole d’oro per risparmiare

IL MANUALE

L’uso consapevole della casa aumenta la qualità della vita oltre a ridurre le bollette. E non basta la ristrutturazione energetica dell’immobile: chi ci abita deve cambiare abitudini. Regolare la temperatura, aerare i locali, combattere l’umidità, ridurre le dispersioni: piccoli accorgimenti possono dare grandi risultati, anche quandosi cucina o si sceglie un elettrodomestico.

A indicare le regole d’oro è il manuale pubblicato nell’ambito del progetto Sharing cities, finanziato dall’Unione europea, “Vivere bene in una casa energeticamente efficiente”, realizzato da Legambiente e Teicos.

Il cappotto termico applicato alle murature riduce le dispersioni di energia del 70-80 per cento, dipende dal materiale impiegato e dallo spessore: d’inverno lo strato isolante riduce il flusso di calore verso l’esterno, così serve meno energia per mantenere costante la temperatura nei locali. Quando poi si cambia la caldaia, bisogna adeguare il nuovo impianto al fabbisogno dell’immobile efficiente. Ma i consumi di combustibile si tagliano anche con interventi su infissie solai.

Durante la stagione fredda nella zona giorno la temperatura va impostata a 20 gradi, cioè il valore 3 della valvola sul termosifone, mentre nella zona notte a 17-18 gradi, attorno al livello 2, mantenendo un andamento costante nell’arco delle ventiquattro ore; meglio tenere le porte chiuse fra soggiorno e camera da letto per evitare scambi di calore.
Il tutto negli edifici ben isolati, perché nei fabbricati anteriori al 2005 si tende ad alzare il termostato fino a 22-24. La temperatura percepita, poi, è più bassa di quella ambientale: l’aria fredda è più pesante della calda e scivola verso il pavimento, stratificandosi e dando la sensazione di gelo ai piedi. A termometro costante una stanza senza pareti fredde dà agli occupanti la percezione di un calore meglio distribuito.

Nel corso della notte, quando il termometro scende al minimo, sulle pareti fredde si forma la condensa: si rischia la crescita di muffe, che creano problemi respiratori e asma. Bisogna evitare di creare troppo vapore in casa: una doccia calda di dieci minuti ne produce 150 grammi. Nel mirino ci sono anche i panni stesi ad asciugare e la cucina: sui fornelli è meglio usare sempre i coperchi, ridurre la fiamma al minimo quando l’acqua bolle e utilizzare la pentola a pressione per le cotture lunghe; le alternative sono piastra a induzione e deumidificatore, che va acceso solo quando necessario e impostato sopra il 55 per cento per evitare sprechi.
Da non sottovalutare le piante: cinque vasi medi con foglie verdi in inverno generano cento grammi di vapore l’ora.
L’umidità relativa deve restare sotto il 65 per cento: possibile monitorare la situazione con un termoigrometro, da applicare sulle pareti divisorie o su mobili nei diversi locali, lontano da infissi e fonti di calore.
E se la condensa resiste gli infissi vanno sostituiti con modelli più moderni. Inutili gli umidificatori da calorifero.

La soluzione contro le muffe è applicare la candeggina. Ma per prevenirle serve il ricambio dell’aria: bastano treminuti di finestre aperte per liberare un ambiente di medie dimensioni dagli inquinanti domestici che derivano da fumi e detersivi. Nella stagione fredda risulta preferibile provvedere di pomeriggio, nelle ore più calde quando il traffico stradale si riduce.
E nei locali più utilizzati l’operazione va ripetuta due o tre volte al giorno, specie se sono montati infissi ad alta efficienza; altrimenti si può installare un apparecchio che garantisce il ricircolo: esistono modelli che evacuano l’aria recuperando parte del calore da utilizzare su quella fredda prelevata dall’esterno.
Le infiltrazioni d’acqua dall’esterno, invece, si riconoscono dalle bolle sulla parete: i cristalli di sale premono sull’intonaco, frantumandolo.

Si risparmiano soldi e inquinamento anche con usando po’ di intelligenza nella vitadomestica, conclude la guida realizzata da Legambiente e Teicos. L’acqua calda sanitaria costa e nonva sprecata. Per l’illuminazione il led batte lampade a filamento e alogene ma anche tubi e lampade a fluorescenza, almeno quanto a sicurezza.
Preferibile la luce calda, meno dannosa per la vista, restando sotto i 3 mila k. E gli elettrodomestici? Meglio la classe energetica A+++.
Rispetto ai consumiannuiindicati nell’etichetta va ricordato che in bolletta ogni kilowattora costa fra 20 e 30 centesimi. Lavatrici solo a pieno carico e a temperature minori. I lfrigo consuma meno se non aperto spesso e a lungo: fondamentali le guarnizioni in buono stato.







 

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