immagine Eredità, non sempre è benvenuta: ecco cosa fare prima di accettarla
  • Lunedì 20 Novembre 2017, 09:41

Eredità, non sempre è benvenuta: ecco cosa fare prima di accettarla

L'erede deve farsi carico delle obbligazioni, per esempio tasse non pagate. Può capitare che i debiti siano superiori ai crediti

Quello delle successioni è un tema molto complesso e delicato soprattutto quando si corre il rischio di ereditare più debiti che crediti.
La decisione di accettare o meno un'eredità può non essere così scontata, è importante quindi essere informati per valutare le modalità con cui accettarla.
 
Ma cosa s’intende per eredità?
 

Quando parliamo di eredità, s’intende l'acquisizione di beni che erano di proprietà della persona venuta a mancare. L'erede però subentra al defunto anche negli eventuali debiti e passività, anche solo per imposte non pagate o simili e per questo, in presenza di un'eredità, può essere utile porsi il problema dell'accettazione.
 
Il "sì" in maniera espressa o tacita
 

L'accettazione espressa richiede un atto notarile apposito dove chi è erede per legge o per testamento manifesta la sua volontà di subentrare nel patrimonio del defunto.
L'accettazione tacita consiste nel compimento, da parte del chiamato all'eredità, di un atto dispositivo del patrimonio del defunto che non potrebbe essere fatto se non dall'erede, come ad esempio la vendita di un bene ereditario.
Per evitare però che un’eredità vada a danneggiare gli eredi, i rimedi possono essere due: la rinuncia all'eredità o l’accettazione con beneficio di inventario. La rinuncia non sempre risolve il problema, specie se si tratta di eredità fra parenti in linea retta. Infatti, se il rinunciante ha figli, questi ultimi subentrano al suo posto e, se sono minorenni, i problemi potrebbero complicarsi anziché risolversi. L'accettazione con beneficio di inventario invece, consente di tenere separati i patrimoni del defunto e dell’erede e pone un limite alla responsabilità dell’erede per i debiti del defunto. L’erede infatti risponde solo nei limiti del valore di quanto ha ricevuto.

Adempimenti fiscali
 
La successione per causa di morte impone una serie di adempimenti anche dal punto di vista fiscale. In particolare, entro un anno dall’apertura della successione, i chiamati a succedere devono presentare al competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione. Tale dichiarazione contiene le generalità dei successori e la descrizione dei beni oggetto della successione, ed è funzionale al pagamento dell’imposta sulle successioni.  Si tratta di un adempimento fiscale di fondamentale importanza, in quanto costituisce condizione imprescindibile al fine di poter disporre dei beni ricevuti a causa di morte.
Per informare tutti coloro che vogliono disporre dei propri beni secondo le regole previste dalla legge, prevenendo l’insorgere di problemi e contenziosi, il Consiglio Nazionale del Notariato insieme alle principali Associazioni dei consumatori italiane hanno presentato una “Guida per il Cittadino” dedicata proprio a questo tema: “Successioni tutelate. Le regole per un sicuro trasferimento dei beni”. La Guida è scaricabile gratuitamente dal sito del Consiglio Nazionale del Notariato (www.notariato.it).
 
 
 

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