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per l'acconto di novembre
  • di Oliviero Franceschi e Daniele Cuppone
  • Lunedì 14 Novembre 2016, 09:14

A fine mese pronti per l'acconto di novembre

Guida pratica per affrontare in tranquillità l'appuntamento con il Fisco


Entro la fine del mese milioni di contribuenti dovranno versare l’acconto di novembre, il più sostanzioso dei due acconti previsti dalla dichiarazione dei redditi. Ecco tutto quello che c'è da sapere, per attutire il colpo..
 
Percentuali alle stelle
 
Ormai più che di acconto, data la percentuale raggiunta col tempo, si dovrebbe parlare di doppio pagamento: la misura dell’acconto è infatti salita con gli anni e per le persone fisiche ha raggiunto da anni lo storico valore del 100%. La stessa misura del 100% si applica alle società che negli anni passati avevano pagato acconti addirittura superiori. Unica imposta a strizzare l’occhio al contribuente è la cedolare secca sugli affitti, il cui acconto si paga con l’aliquota del 95%.
Ma dopo aver dato un po’ i numeri, studiamo con attenzione quando, quanto e come pagare l’acconto.
 
Mercoledì 30 novembre la scadenza ultima
 
La scadenza ultima per versare è mercoledì 30 novembre, da anni tradizionale appuntamento per il versamento dell’acconto. Ma non tutti i contribuenti saranno chiamati a pagare: alcuni “fortunati” sfuggiranno al prelievo. Ma per capire meglio, ecco come si calcola l’importo. Innanzitutto, se avete compilato correttamente il modello Unico, gli importi del primo e del secondo acconto dovrebbero risultare nel rigo RN62, rispettivamente, nella prima colonna (primo acconto) e nella seconda (secondo acconto). Poiché la prudenza non è mai troppa, se volete ricontrollare quanto indicato nel rigo RN62, dovete procedere nel modo seguente.
Per stabilire se il secondo acconto Irpef per il 2016 è dovuto o meno, il primo step consiste nel riprendere l'Unico 2016 e la ricevuta di pagamento della prima rata, che sarà stata versata, a seconda dei casi, tra giugno e agosto. Naturalmente, se avete pagato a rate, occorrerà verificare che non ne abbiate saltata nessuna.
Andate nel quadro RN: se nel rigo RN61 è barrata la casella di colonna 1 “Casi Particolari”, le cose come vedremo sono un po’ più complicate.
Se, invece, nel rigo RN61 non è barrata la casella della colonna 1 “Casi Particolari”, dovete andare alla voce "Differenza" (rigo RN34): se non è indicato alcun importo oppure se l’importo è minore di 52 euro non dovete pagare nulla e potete stare tranquilli per la scadenza di fine mese. Nel caso opposto dovete effettuare il calcolo di quanto occorre dare al fisco. Tornate all’importo del rigo RN34 “Differenza” ed applicate la percentuale del 100%: in sostanza non dovete fare moltiplicazioni e prendere l’importo bello e buono così com’é. Quello che avete davanti è proprio l'acconto complessivo: sottraete quanto eventualmente pagato come primo acconto ed ecco la differenza da versare entro il prossimo 30 novembre.
Come sempre occhio ai calcoli: se, ad esempio, avete pagato il primo acconto con la maggiorazione dello 0,40%, ricordate che per determinare la seconda rata, dovete scomputare questa maggiorazione. Ad esempio, se il 27 luglio 2016 avete versato complessivamente 502 euro tra primo acconto di 500 euro e maggiorazione di 2 euro (500 x 0,004 = € 2), l’importo da considerare ora come primo acconto versato sarà solo di 500 euro. Se, invece, avete pagato dopo i termini con il ravvedimento operoso applicando la sanzione (versata con un codice tributo a parte), l'importo del primo acconto Irpef dovrebbe essere già “depurato” dalla quota di interessi  poiché non si versano più insieme all'imposta: se avete sbagliato, attenzione almeno a scorporare gli interessi dalla rata.

Casi particolari

Come abbiamo detto, se nel rigo RN61 è barrata la casella di colonna 1 “Casi Particolari”, occorre fare qualche calcolo in più: in questo caso infatti bisogna rideterminare solo ai fini dell’acconto il reddito complessivo, l’imposta netta e il valore del rigo differenza e riportarli nelle corrispondenti colonne del rigo RN61. Attenzione: la rideterminazione serve solo per calcolare l’acconto non il saldo e gli importi riportati precedentemente nel quadro RN non vanno modificati.
Per ricalcolare il valore del rigo differenza, raccomandiamo di leggere con attenzione le istruzioni ministeriali. Tra i casi particolari soggetti a questa procedura ce ne sono anche alcuni che potrebbero interessare molti nostri lettori.
Un primo caso particolare riguarda infatti alcuni contribuenti che possiedono redditi dai terreni. In tal caso ai fini dell’acconto il reddito complessivo va ricalcolato senza tener conto dell’ulteriore rivalutazione del 10 per cento sui redditi dei terreni dei coltivatori diretti e IAP applicata per l’anno 2015.
Un altro caso particolare è quello in cui il contribuente possiede immobili locati per i quali ha usufruito delle agevolazioni previste nell’ipotesi della sospensione della procedura esecutiva di sfratto: il reddito complessivo si deve calcolare senza tenerne conto.
Una volta rideterminato il reddito complessivo si ricalcola anche l’imposta netta e quindi il valore del rigo differenza e si effettuano finalmente i calcoli dell’acconto, così come descritto nel paragrafo precedente.
 
Compensazioni

Se dall'Unico 2016 risulta un credito non chiesto a rimborso né compensato ora potete utilizzarlo per pagare meno o addirittura niente. L'importo dei crediti che può essere utilizzato in diminuzione degli acconti di novembre è quello indicato, rispettivamente, nella colonna 4 delle prima sezione del quadro RX, nella colonna 5 della seconda sezione del quadro RX, e infine nel rigo RX65 del modello Unico 2016.
Attenzione alle sviste: gli importi a credito vanno considerati al netto delle compensazioni eventualmente già effettuate nell'anno (ad esempio, per il pagamento delle addizionali all'Irpef 2015, per i versamenti periodici relativi al 2016 di Iva, ritenute alla fonte, contributi, ecc.).

(1 - continua)
 
Hanno collaborato Alberto Martinelli ed Enrico Rabitti

 
 

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