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meno 20% in bolletta
  • di Vincenzo Malatesta
  • Lunedì 28 Novembre 2016, 08:40

Con le termovalvole meno 20% in bolletta

Risparmi per 197 euro, multe fino a 2.500 a chi non si adegua entro fine anno


Installando le valvole termostatiche negli impianti di riscaldamento centralizzato si può arrivare a risparmiare fino al 20 per cento in bolletta, ma chi non si adegua entro fine anno alle nuove regole della contabilizzazione rischia sanzioni fino a 2.500 euro. Parola dell’Enea, l’agenzia nazionale per l’efficienza energetica.
 
Sanzione e diffida

Conto alla rovescia per tre milioni di condomini italiani, che prima del 31 dicembre dovranno verificare se sono obbligati a introdurre sistemi di regolazione e misurazione del calore su tutti termosifoni degli appartamenti. Lo prevede il decreto legislativo 141/16, un correttivo del dlgs 102/14 che recepito la direttiva europea 2012/27/Ue, introdotta per ridurre i consumi di energia. La multa per chi non adempie parte da 500 euro: scatta pure la diffida a provvedere alla regolarizzazione dell’impianto condominiale entro quarantacinque giorni dalla contestazione.
 
Obbligo per tutti gli impianti centralizzati
 

L’unico modo per evitare i lavori è ottenere la relazione di un progettista o tecnico abilitato da cui risulta che il passaggio alla termoregolazione non sarebbe efficiente in termini di costi perché sussistono «differenze di fabbisogno termico per metro quadro tra le unità immobiliari superiori al 50 per cento». Idem vale in caso di impedimenti tecnici e complicazioni nell’adeguamento. Per il resto sono obbligati a provvedere tutti i condomini e gli edifici polifunzionali che hanno un impianto di riscaldamento centralizzato, a colonne montanti o ad anello, oppure che sono riforniti da una rete di teleriscaldamento. Resta escluso chi ha il riscaldamento autonomo.
 
Interventi agevolati

Veniamo all’iter e ai costi. L’assemblea del condominio incarica un tecnico specializzato che ispeziona l’impianto e suggerisce come migliorarne l’efficienza: se è necessario passare alla termoregolazione, si può dare mandato alla ditta che si occupa della manutenzione di modificare la centrale termica, ad esempio installando pompe a giri variabili. I lavori devono essere realizzati a caldaie spente perché prima di procedere bisogna svuotare l’impianto. Sono detraibili al 50 per cento gli interventi realizzati nell’ambito di una ristrutturazione edilizia e con l’ecobonus al 65 quelli che consistono nella sostituzione della vecchia caldaia con una ad alta efficienza o che comunque riducono i consumi.
 
Spese in vista
 
Ci sono poi altre spese, relative alla dispersione dell’energia totale consumata, alla gestione del servizio fino alla manutenzione e conduzione: dal terzo responsabile agli estintori, dalla lettura alla ripartizione dei contabilizzatori. A Roma il costo per passare alla contabilizzazione del calore in un appartamento tipo è stimato in 475 euro: la spesa media per ogni valvola termostatica è di 78 euro, ma può arrivare fino a 100. Altri addebiti, fra 2 e 4 l’euro l’anno a termosifone, scatteranno per la lettura dei consumi. Dopo qualche anno bisognerà sostituire le batterie dei ripartitori: circa 30 euro l’una.
 
Un terzo gratis

Il vantaggio è che ciascuno paga in proporzione al consumo perché è l’utente che decide quando e quanto riscaldare gli ambienti. E in un anno si possono risparmiare 197 euro: lo calcola l’associazione nazionale contabilizzazione calore e acqua, che ha compiuto test in un appartamento di medie dimensioni con cinque radiatori; secondo l’Ancca il risparmio totale di energia termica ammonta a circa 32 miliardi di kwh, l’equivalente necessario a riscaldare 2,2 milioni di appartamenti, un terzo del totale in Italia.
 
Regola e deroga
 
La lettura dei consumi avviene senza che la ditta incaricata debba visitare i singoli appartamenti, grazie al modulo radio dei ripartitori che permette l’invio dei dati alla centrale. L’assemblea può non seguire la norma tecnica Uni 10200, finora unico riferimento per la ripartizione delle spese tra i condomini, a patto che almeno il 70 per cento sia attribuito agli effettivi consumi volontari. I costi fissi si possono suddividere secondo i millesimi, i metri quadrati, i metri cubi utili o le potenze installate.
 
 

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