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termovalvole per tre milioni di condòmini
  • di Vincenzo Malatesta
  • Lunedì 29 Maggio 2017, 09:52

Contabilizzazione del calore, entro il 30 giugno termovalvole per tre milioni di condòmini

Obbligatoria l'installazione dei termostati. Chi non è in regola rischia sanzioni fino a 2.500 euro

Entro venerdì 30 giugno tre milioni di condomini italiani che hanno il riscaldamento centralizzato devono installare le termovalvole sui radiatori di tutti gli appartamenti, dopo aver verificato se la contabilizzazione del calore garantisce più efficienza e meno costi per l’impianto comune dell’edificio. E i singoli proprietari che non si adeguano rischiano sanzioni comprese fra 500 e 2.500 euro.
 
Risparmi in arrivo

Col nuovo sistema ogni condomino paga quanto consuma perché decide quando e quanto riscaldare gli ambienti. In un anno si possono tagliare i costi del 20 per cento, risparmiando fino a 197 euro in un appartamento di medie dimensioni con cinque radiatori. Il risparmio totale di energia termica ammonta a circa 32 miliardi di kwh, l’equivalente necessario a riscaldare 2,2 milioni di appartamenti, un terzo del totale in Italia. Detraibili al 50 per cento gli interventi realizzati nell’ambito di una ristrutturazione edilizia e con l’ecobonus al 65 quelli che consistono nella sostituzione della vecchia caldaia con una ad alta efficienza o che comunque riducono i consumi.

Caldaie spente

Come provvedere? L’assemblea del condominio incarica un tecnico specializzato che ispeziona l’impianto e suggerisce come aumentarne l’efficienza: si può dare mandato alla ditta che cura la manutenzione di modificare la centrale termica, ad esempio installando pompe a giri variabili. Gli interventi devono essere realizzati a caldaie spente perché prima di procedere bisogna svuotare l’impianto.

Impedimenti tecnici

È possibile evitare i lavori solo se dalla relazione di un progettista o tecnico abilitato emerge che il passaggio alla termoregolazione non sarebbe efficiente in termini di costi perché tra le unità immobiliari sussistono «differenze di fabbisogno termico per metro quadro superiori al 50 per cento». Idem vale in caso di impedimenti tecnici e complicazioni nell’adeguamento. Per il resto devono a mettersi in regola tutti i condomini e gli edifici polifunzionali che hanno l’impianto centralizzato, a colonne montanti o ad anello, oppure sono riforniti da una rete di teleriscaldamento. Resta escluso chi ha il riscaldamento autonomo.

Temperatura impostata

Nell’appartamento dotato di un sistema di riscaldamento ad anello o a zone si installa il contatore unico a lettura diretta; se invece l’impianto è a colonna, servono i ripartitori, cioè singoli contatori su ogni radiatore. Le valvole termostatiche sui termosifoni regolano in maniera automatica l’afflusso di acqua calda in funzione della temperatura impostata dall’utente.

Consumi involontari

Per la lettura dei consumi i tecnici non hanno bisogno di entrare nelle abitazioni: possono provvedere in remoto sfruttando la trasmissione dei dati via radio dai ripartitori di calore installati sui termosifoni. Ogni condomino paga anche una quota fissa, tra il 20 e il 30 per cento del totale, per tenere conto delle dispersioni di calore della rete di distribuzione, dalla caldaia fino all’ingresso degli appartamenti: i consumi involontari sono suddivisi in base a una tabella millesimale ad hoc insieme con le spese di conduzione e manutenzione ordinaria e quelle per la gestione del servizio di lettura. Le nuove disposizioni consentono di derogare ai criteri della norma tecnica Uni 10200, finora unico riferimento per la ripartizione delle spese fra i condomini.

Quanto mi costi

La spesa media per ogni valvola termostatica è di 78 euro, ma può arrivare fino a 100. Ammonta a 390 euro l’esborso per mettere a norma un appartamento medio, ad esempio 80 metri quadrati con cinque termosifoni. Gli importi, però, possono variare del 30 per cento. E a Roma i prezzi della manutenzione superano del 22 per cento la media nazionale: viene 475 euro l’installazione in un appartamento tipo. La lettura dei consumi costa fra 2 e 4 l’euro l’anno a termosifone.

Chi guadagna

Con la termoregolazione del calore paga di più chi abita all’attico, in appartamenti con facciate esposte a Nord o sopra porticati e chi sta molto in casa; risparmiano i condomini che vivono in locali esposti a Sud o che sono spesso fuori. L’addebito per la quota a consumo varia in base al prezzo del combustibile, al rendimento stagionale del generatore e in ragione del clima.
 
 

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