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andare in pensione prima
  • di Bruno Benelli
  • Lunedì 14 Novembre 2016, 09:20

L'Ape sociale per chi vuole andare in pensione prima

Il "prestito" si restituisce in 20 anni . "Prepensionamento" anche per le badanti


Sotto i riflettori del mondo previdenziale c’è l’Ape, ossia il prestito da richiedere se si vuole andare in pensione prima dell’età stabilita dalla legge Fornero. Prestito che si paga restituendolo in 20 anni una volta raggiunta la vera pensione. Ma per molti lavoratori il prestito è a costo zero, vale a dire non deve essere restituito: perciò in questi casi siamo di fronte a un pre-pensionamento gratuito che aggira le disposizioni della legge Fornero. E tra essi ci sono le persone addette all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza (badanti e infermiere).
 
I requisiti necessari
 
Prima di vedere quali sono i lavoratori interessati alla cosiddetta “Ape sociale” ricordiamo quali sono le condizioni da rispettare. Eccole.1) L’Ape è prevista in via sperimentale per il periodo maggio 2017 – dicembre 2018. 2) Durante questo lasso di tempo la persona deve avere un’età che va dai 63 ai 65 anni. 3) In questo modo si fruisce di un  anticipo di pensione che al massimo è di  3 anni+7 mesi.4) Occorre avere versato contributi per almeno 30-36 anni. 5) Il tutto a condizione che la futura pensione (quella cioè chiesta al termine del periodo anticipato) non superi 1.500 euro/mese. B) Anche in pensione anticipata si può lavorare, a condizione che non si ricavi un reddito superiore a 8.000 euro annui.
 
L'Inps determina la rata mensile
 
Circa la misura della pensione è l’Inps che certifica l’esatta rata mensile all’atto della domanda in relazione alla situazione retributiva e contributiva dell’interessato. E se il risultato offre una rata di importo superiore la richiesta viene bocciata.
Questa pensione è riservata a determinate persone. Quali sono esattamente? Dobbiamo dividerle in due gruppi: a) quelli che possono avere la pensione solo se hanno almeno 30 anni di contributi; b) quelli che invece ne devono avere almeno 36.
 
Un minimo di 30 anni di contributi
 

Iniziamo dai 30 anni. Si tratta di: 1) disoccupati di lungo periodo (per licenziamento, dimissioni per giusta causa) che hanno consumato gli ammortizzatori sociali messi a disposizione dall’Inps a titolo di indennità di disoccupazione e sono senza più sussidi da almeno 3 mesi;  2) lavoratori con una riduzione della capacità lavorativa – accertata dalle commissioni per l’invalidità civile - di almeno il 74%; 3) chi assiste al momento della domanda e da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado (genitore, figlio)  convivente con handicap grave.
 
Quando occorrono 36 anni di contributi
 
Passiamo ora ai 36 anni. Si tratta di lavoratori dipendenti che svolgono una professione pesante e rischiosa svolta in modo continuativo da almeno sei anni. Ecco gli interessati: a) industria estrattiva, edilizia, manutenzione edifici; b) conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; c) conciatori di pelli e pellicce; d) ferrovie: conduttori e personale viaggiante; e) conduttori di mezzi pesanti e camion; f) professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; g) badanti di persone non autosufficienti; h) professori scuola pre-primaria; i) facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati; k) operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
 
Chi deve restituire il "prestito" alle banche
 

Ora è tempo di parlare delle persone che, invece, non avendo le caratteristiche lavorative sopra indicate, possono accedere alla pensione anticipata solo se restituiscono il prestito anticipato dalle banche, la cui restituzione è garantita da società di assicurazione per il rischio della “premorienza”, di modo che il residuo debito non viene chiesto agli eredi e non intacca l’eventuale pensione ai superstiti.
Le condizioni sono le stesse di quelle indicate all’inizio dell’articolo con queste due fondamentali varianti: a) basta l’anzianità di 20 anni di contributi (al posto di 30-36); b) la futura pensione, ridotta delle rate del mutuo, non deve essere inferiore a 703 euro al mese.
 
 

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