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si recupera in 3 anni
  • di Vincenzo Malatesta
  • Martedì 26 Luglio 2016, 11:46

Il maggior costo si recupera in 3 anni

Per un nuovo impianto bonus fiscale del 65% fino a fine anno


«Sei pronto per la prova condizionatore?» L’estate brucia e l’Enea aggiorna la guida per difendersi dall’afa e dal caro-bollette: sul suo sito web lancia un test per verificare quanto sappiamo davvero sui climatizzatori e il loro uso consapevole. Dall’agenzia nazionale per l’efficienza energetica arrivano suggerimenti per comprare, installare e curare la manutenzione degli elettrodomestici.
 
Potenza modulata

Iniziamo dai consigli per gli acquisti. I modelli di classe A con tecnologia inverter consentono un risparmio di energia superiore al 30 per cento rispetto alla categoria C, riducendo in pari misura le emissioni di anidride carbonica: tagliano infatti i costi di accensione e spegnimento, modulando la potenza all’effettiva necessità; appena accesi assorbono anch’essi una potenza elettrica di 0,9 kw, ma una volta raggiunta la temperatura desiderata riescono a mantenerla, riducendo la potenza del motore a valori molto inferiori.
 
Niente sprechi

Gli apparecchi di classe A o superiori costano di più ma consumano meno: l’investimento iniziale si ammortizza in circa tre anni rispetto a modello di classe B. Prendiamo un condizionatore split da circa 6 kw, in grado di raffreddare 2 o 3 stanze per un totale di 40 metri quadrati, utilizzato per 8 ore al giorno nei tre mesi estivi: i consumi dell’impianto classe A nel periodo restano sotto i 160 euro l’anno, mentre possono arrivare a 200 con i modelli meno efficienti (cfr. tabella in pagina). E la categoria superiore evita di immettere nell’atmosfera 325 chilogrammi di anidride carbonica.
 
Incentivi per gli acquisti  

Sono previsti incentivi fiscali per l’acquisto. Chi compra una pompa di calore destinata a sostituire integralmente o parzialmente il vecchio impianto termico può ottenere l’ecobonus, vale a dire la detrazione dall’Irpef che resterà del 65 per cento fino al 31 dicembre, oppure del conto termico, un incentivo che varia in funzione della dimensione dell’impianto: è in vigore la versione 2.0, con bonus più alti e tempi di pagamento più brevi.
 
Pompe di calore

Per condizionare l’aria in camera da letto serve un apparecchio da 0,9 kw. E per raffrescare un’altra stanza il consumo raddoppia. In molte abitazioni, tuttavia, la potenza elettrica è di 3 kw: per installare un terzo impianto bisogna dunque aumentare la potenza a 4,5 kw o più. Alcuni condizionatori sono anche pompe di calore, dunque non servono solo a raffreddare: rendono 3-4 volte più delle caldaie tradizionali ma se la temperatura esterna scende sotto i 7 gradi centigradi possono solo integrare e non sostituire gli impianti tradizionali.
 
Occhio all’umidità

La pompa di calore conviene per locali sotto i 50 metri quadrati. Individuare la potenza necessaria è fondamentale: una macchina sottodimensionata è continuamente in funzione, quindi consuma e si deteriora di più; una sovradimensionata, invece, raggiunge la temperatura impostata troppo presto senza eliminare l’umidità; che invece si sente nell’ambiente: una temperatura reale di 33 gradi con un tasso di umidità al 60 per cento, ad esempio, viene percepita come di 38 gradi.
 
Regole d’oro

Ogni stanza ha bisogno del suo climatizzatore: non è corretto installarne uno solo ma potente in corridoio sperando che rinfreschi tutta la casa. La guida dell’Enea indica le regole d’oro per l’utilizzo: collocare l’impianto nella parte alta della parete - perché l’aria fredda scende e la calda sale - e non dietro tende o divani per evitare l’effetto-barriera; raffreddare l’ambiente due o tre gradi sotto la temperatura esterna (ma spesso basta attivare solo il deumidificatore); utilizzare il timer e la funzione notte in modo da ridurre al minimo i tempi di accensione; chiudere porte e finestre; evitare che l’unità esterna all’abitazione sia colpita dai raggi diretti del sole ed esposta troppo alle intemperie; coibentare i tubi del circuito refrigerante all’esterno dell’abitazione.
 
Manutenzione a tappe

I filtri dell’aria e le ventole devono essere puliti alla prima accensione stagionale e almeno ogni due settimane perché lì si annidano facilmente muffe e batteri dannosi per la salute. Se sono deteriorati devono essere sostituiti. È importante, infine, anche controllare la tenuta del circuito del gas.
 
 

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