- domenica 13 ottobre 2013, 09:49
Badanti croate, al via le assunzioni
Non occorre il permesso di soggiorno, la Croazia è entrata nell'Ue
La Croazia è entrata a far parte dell'Unione Europea e quindi è possibile assumere i cittadini croati come propri collaboratori domestici, senza necessità di chiedere loro il permesso di soggiorno. Infatti, se per quanto riguarda l'accesso al mercato del lavoro subordinato, il Governo italiano ha deciso di avvalersi di un regime transitorio di due anni, prima di liberalizzare completamente l'accesso, per il settore domestico e di assistenza alla persona ha stabilito l’apertura immediata delle frontiere. Pertanto i datori di lavoro che intendono procedere all'assunzione di lavoratori croati (colf, badanti e baby-sitter, ecc.) devono rispettare solo gli ordinari adempimenti previsti dalla normativa vigente in materia di lavoro.
Sportello unico
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con una specifica circolare ha di conseguenza dichiarato archiviate tutte le richieste di nulla osta al lavoro domestico presentate allo Sportello unico per l’immigrazione - tramite il decreto flussi o la procedura di emersione - per un lavoratore di nazionalità croata. Il sistema telematico dello Sportello provvederà in automatico all'archiviazione digitale delle richieste. Nella procedura di emersione si intenderanno archiviate esclusivamente le richieste per i settori liberalizzati. Per gli altri settori, invece, la procedura si concluderà con la mera sottoscrizione del contratto di soggiorno per lavoro, assolvendo quest’ultimo anche la funzione di comunicazione obbligatoria, senza necessità del successivo rilascio del permesso di soggiorno.
Quote di ingresso
Per tutti i lavoratori che invece non sono “liberalizzati” in quanto non appartenenti ai settori produttivi rientranti nelle categorie privilegiate, qualora vengano programmate future quote di ingresso in vigenza del presente regime transitorio, saranno contestualmente individuate le modalità di presentazione delle richiesta di nulla osta al lavoro.
Permesso di soggiorno
Il Ministero del lavoro precisa che le restrizioni non saranno in ogni caso applicabili ai cittadini croati che, alla data del 1° luglio 2013 o successivamente, risultino occupati legalmente e ammessi al mercato del lavoro italiano per un periodo non inferiore a 12 mesi. Tale condizione è riscontrabile con il possesso di un permesso di soggiorno per motivi che abilitano al lavoro subordinato di durata non inferiore ai 12 mesi (anche per attesa occupazione). I cittadini croati, che alla data del 1° luglio 2013 hanno un regolare rapporto di lavoro possono iscriversi ai Centri per l’impiego territorialmente competente, in caso di cessazione del rapporto stesso.
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