• di Oliviero Franceschi e Daniele Cuppone
  • sabato 15 novembre 2014, 15:59

Dichiarazione Irpef: imposte sui redditi, come calcolare l'acconto

Tra pochi giorni i contribuenti dovranno versare la seconda tranche


Oltre al pensiero dei cari che ci hanno lasciati, a far piangere i contribuenti a novembre si aggiunge il fisco: è in scadenza infatti il secondo acconto delle imposte sui redditi. Ecco il consueto vademecum, per non sbagliare.
Percentuali
Già dall’anno passato l’acconto si profila più amaro del solito a motivo del D.L. che ha elevato la percentuale dell’acconto per le persone fisiche dal 99% al 100%. Meglio, si fa per dire, le società che pagano l’Ires (imposta sul reddito delle società): la percentuale, che l’anno scorso era stata aumentata al 102,50%, quest’anno scende al 101,5%. Resta comunque una percentuale maggiore del 100%, in netta contraddizione con la crisi economica che ha invece falcidiato, nella maggioranza dei casi, i redditi conseguiti degli operatori e che dovrebbe perciò tradursi in misure al ribasso.
Scadenza per il versamento
A favore dei contribuenti invece quest’anno gioca il calendario che consente di rimandare di un giorno il versamento. Il 30 novembre infatti, da anni tradizionale appuntamento per il versamento dell’acconto, quest’anno cade di domenica. In cassa perciò entro e non oltre il prossimo 1° dicembre.
Modello Unico
Se avete compilato correttamente il modello Unico, gli importi del primo e del secondo acconto dovrebbero risultare nel nuovo rigo RN61, rispettivamente, nella prima colonna (primo acconto) e nella seconda (secondo acconto). Ma poiché la prudenza non è mai troppa, se volete ricontrollare quanto indicato nel rigo RN61, dovete procedere nel modo seguente. Per stabilire se il secondo acconto Irpef per il 2014 è dovuto o meno, il primo step consiste nel riprendere l'Unico 2014 e la ricevuta di pagamento della prima rata, che sarà stata versata, a seconda dei casi, tra giugno e agosto. Naturalmente, se avete pagato a rate, occorrerà verificare che non ne abbiate saltata nessuna. Individuate nel modello Unico la voce "Differenza" (rigo RN33): se non è indicato alcun importo oppure se l’importo è minore di 52 euro non dovete pagare nulla e potete stappare lo champagne. Nel caso opposto dovete effettuare il calcolo di quanto occorre dare al fisco. Tornate all’importo del rigo RN33 ed applicate la relativamente nuova percentuale del 100%: in sostanza non dovete fare moltiplicazioni e prendere l’importo bello e buono così com’é. Quello che avete davanti è proprio l'acconto complessivo: sottraete quanto eventualmente pagato come primo acconto ed ecco la differenza da versare entro il prossimo 1° dicembre. Come sempre occhio ai calcoli: se, ad esempio, avete pagato il primo acconto con la maggiorazione dello 0,40%, ricordate che per determinare la seconda rata, dovete scomputare questa maggiorazione. Ad esempio, se il 27 luglio 2014 avete versato complessivamente 502 euro tra primo acconto di 500 euro e maggiorazione di 2 euro (500 x 0,004 = € 2), l’importo da considerare ora come primo acconto versato sarà solo di 500 euro. Se, invece, avete pagato dopo i termini con il ravvedimento operoso applicando la sanzione (versata con un codice tributo a parte), l'importo del primo acconto Irpef dovrebbe essere già “depurato” dalla quota di interessi poiché non si versano più insieme all'imposta: se avete sbagliato, attenzione almeno a scorporare gli interessi dalla rata.
Vie di fuga: crediti in diminuzione degli acconti
Se dall'Unico 2014 risulta un credito non chiesto a rimborso né compensato ora potete utilizzarlo per pagare meno o addirittura niente. L'importo dei crediti che può essere utilizzato in diminuzione degli acconti di novembre è quello indicato, rispettivamente, nella colonna 4 delle prima sezione del quadro RX, righi da RX1 a RX38, e nella colonna 5 della seconda sezione del quadro RX, righi da RX51 a RX57, del modello Unico 2014; gli importi vanno considerati al netto delle compensazioni eventualmente già effettuate nell'anno (ad esempio, per il pagamento delle addizionali all'Irpef 2013, per i versamenti periodici relativi al 2014 di Iva, ritenute alla fonte, contributi, ecc.).
I conti da fare
Sia la prima che la seconda rata dell'acconto Irpef per il 2014 si calcolano "sul passato": sulla base, cioè, di quanto dovuto per i redditi del 2013. Chi, però, prevede di conseguire per il 2014 un reddito imponibile inferiore a quello dell'anno precedente, o comunque di dover versare una minore imposta, può seguire una procedura diversa: calcolare l'acconto sull'Irpef che prevede sia dovuta per i redditi 2014. Si tratta, ad esempio, di chi quest'anno ha cessato la propria attività o comunque ha conseguito redditi inferiori rispetto allo scorso anno, oppure ha sostenuto maggiori oneri e spese deducibili o detraibili rispetto al 2013.
Autoriduzione con il calcolo previsionale
La convenienza dell'autoriduzione è evidente, ma bisogna fare attenzione a stimare redditi non ancora percepiti e mettere in conto spese detraibili, a volte, non ancora sostenute, senza contare le eventuali novità su tetti e franchigie relative a deduzioni e detrazioni fiscali. Cambiamenti a parte, chi volesse rifarsi i calcoli e stimare le tasse da pagare il prossimo anno deve tra l’altro tener conto di tutte le detrazioni previste dall’Unico, che diminuiscono gli importi finali da versare. Ci riferiamo alle detrazioni per familiari a carico e per lavoro dipendente, assimilato, autonomo e per altri redditi, il cui meccanismo di calcolo non è dei più semplici, perché spesso bisogna utilizzare vere e proprie formule che permettono di conoscere l’entità della detrazione spettante nel caso concreto, a seconda di alcuni elementi reddituali e personali del contribuente.
Ravvedimento operoso..
Chi alla fine scoprirà di aver sbagliato le previsioni (e quindi di aver pagato un acconto inferiore al dovuto) potrà comunque mettersi in regola (a pagamento) entro il termine di presentazione della prossima denuncia dei redditi sfruttando il ravvedimento operoso. Ma ne parleremo in dettaglio nella prossima puntata.


Hanno collaborato Alberto Martinelli ed Enrico Rabitti

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