- sabato 31 marzo 2012, 10:52
Quando l'insidia dell'amianto si nasconde in vecchie coperture, cassoni e canne fumarie
Come liberarsi del materiale tossico. I costi dell'intervento: tra 15 e 20 euro al metro quadrato
E’ passato poco tempo dalla sentenza del Tribunale di Torino che ha addebitato ai proprietari della Eternit il pagamento di quasi 100 milioni di euro per i risarcimenti. Un’occasione, questa, per tornare a parlare di bonifica dell’amianto nei nostri condomini. Dal 1992, infatti, la legge numero 257 del 27 marzo detta le norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto, rendendolo, di fatto, vietato nelle nostre città. Sono passati venti anni, ma resta ancora tanto il materiale da individuare e da smaltire.
L’iter da attivare per lo smaltimento
Come procedere alla bonifica? Se in un condominio si trovano ancora manufatti di amianto (avete presente, ad esempio, le classiche onduline?) cosa si deve fare? L’abbiamo chiesto a Francesco De Benedetti, un imprenditore che opera in questo settore nella zona del Lazio. “Occorre rivolgersi a una ditta iscritta all’albo, che sia quindi autorizzata, e richiedere un sopralluogo e un preventivo. La ditta compilerà un preventivo: tutte le pratiche relative allo smaltimento sono a carico della ditta. Quindi presenterà il piano di lavoro alla Asl competente e procederà alle operazioni di rimozione vera e propria”. Le ditte che operano in questo settore devono essere iscritte all’Albo Nazionale delle Imprese che effettuano la Gestione dei Rifiuti di categorie specifiche.
Servizio di prevenzione
Alla Asl c’è il servizio di prevenzione e salute sui luoghi di lavoro, lo Spresal, e ogni Asl ne ha uno o più di uno. Questi sono gli organi competenti a vagliare i piani di lavoro. I lavori vengono effettuati dopo trenta giorni dall’invio del piano alla Asl. Il principio valido è quello del silenzio assenso. Si possono eseguire i lavori se la Asl non consegna prescrizioni nei trenta giorni e se esiste una vera urgenza si può anche derogare a questo termine.
I costi
Che cosa paga il condominio? “Il sopralluogo, proprio perché è fatto allo scopo di compilare il preventivo, generalmente è gratuito” – dichiara Francesco De Benedetti. “Dopodichè si stipulerà un contratto di appalto, i cui oneri sono interamente a carico del condominio”. Quali sono i costi? “In media sono di 15/20 euro al metro quadro. Parliamo mediamente di 200 o 300 metri quadrati. Chiaramente più è grande la superficie da smaltire, più si abbassa il costo medio. Al contrario, il prezzo si alzerà su piccole quantità”. Da cosa dipendono i costi? “I costi fissi, il trasporto, soprattutto. Sui condomini in particolare incidono le opere di sicurezza che servono per arrivare ai manufatti. Se è un tetto, per esempio, andranno fatti dei ponteggi che incidono molto sul prezzo”.
L’amianto nei condomini
Dove si nasconde ancora l’amianto nei nostri palazzi? “Generalmente – ci spiega Francesco De Benedetti – si rintraccia nelle coperture, sia i cornicioni perimetrali che i tetti veri e propri. Nei cassoni condominiali, quelli dell’acqua: a Roma in particolare ce ne sono ancora tanti. E nelle canne fumarie. Qualche volta anche i tubi discendenti dell’acqua, ma essendo dentro alle murature non presentano rischi”.
Lavoro di bonifica
Il lavoro di bonifica, se fatto a regola d’arte, consiste nell’incapsulamento del materiale con una vernice apposita che serve ad evitare la dispersione di fibre. Poi il materiale viene impacchettato con teli di cellophane o altri contenitori omologati per l’amianto, sul posto, e viene caricato sugli automezzi solo una volta trattato e impacchettato. Se il lavoro viene fatto secondo norma, i rischi di dispersione delle polveri nocive d’amianto sono minimi o addirittura nulli. “Purtroppo, invece, i lavori di bonifica vengono spesso affidati, soprattutto durante le ristrutturazioni, per risparmiare, a ditte non autorizzate che rompono il cemento amianto e quindi lo sbriciolano nell’aria, disperdendone le fibre. L’amianto smaltito – conclude Francesco De Benedetti – viene poi portato o in alcuni siti di stoccaggio presenti nel Lazio, in pratica degli impianti di transito che si occupano di trasportare il cemento amianto nelle poche discariche che sono rimaste in Italia o addirittura all’estero, altrimenti direttamente all’estero”.
Piano di lavoro
Il piano di lavoro è, in pratica, anche un piano di sicurezza. Al piano di lavoro devono essere allegati i documenti che attestano le competenze dei lavoratori, le visite mediche e l’iscrizione all’albo dell’impresa. Nel piano sono indicate poi tutte le fasi di lavoro specifiche, in maniera dettagliata. I piani di lavoro sono esaminati scrupolosamente dalla Asl. Se le procedure non sono a norma la Asl richiede chiarimenti. Il servizio della Asl che esamina il piano di lavoro è lo Spresal, il servizio di prevenzione e salute sui luoghi di lavoro.
Normativa
L'impiego dell'amianto è fuori legge in Italia dal 1992. La legge n. 257 del 1992, oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti all'estrazione e la lavorazione dell'asbesto, è stata la prima ad occuparsi anche dei lavoratori esposti all'amianto. La bonifica dell'amianto può avvenire utilizzando tre metodiche: la rimozione, eliminare materialmente la fonte di rischio, la più diffusa; l’incapsulamento e il confinamento, tramite barriere che isolino l'inquinante.
Rischi per la salute
Le fibre di amianto, se respirate, possono causare gravissime patologie: l'asbestosi per importanti esposizioni, i tumori della pleura (ovvero il mesotelioma pleurico), ed il carcinoma polmonare. L'amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per produrre il cemento-amianto, l’Eternit, per la coibentazione di edifici, tetti, navi e treni; come materiale per l'edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie), nelle tute dei pompieri, nelle auto, e per corde, plastica e cartoni.
- Annunci correlati
IlMessaggeroCasa.it
Scegli su quale social condividere questo contenuto con tutti i tuoi amici.