immagine Edilizia, ridurre il rischio sismico solo con lavori certificati
  • di Giuseppe Carluccio
  • Venerdì 30 Marzo 2018, 15:17

Edilizia, ridurre il rischio sismico solo con lavori certificati

Dopo la drammatica crisi sismica che ha colpito l’Italia Centrale in questi anni, e la nascita della consapevolezza collettiva che quasi tutto il territorio italiano è a rischio sismico, è maturata, a tutti i livelli, una nuova sensibilità per i controlli sulla sicurezza del patrimonio edilizio esistente.

Con il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 58 del 28 febbraio 2017, modificato dal decreto ministeriale del 7 marzo 2017 n. 65, sono stati forniti i principi ed i metodi per la classificazione della vulnerabilità sismica, e quindi della valutazione della classe di rischio degli edifici, utilizzando procedure standardizzate, omogenee in tutto il territorio nazionale.

Il notevole fabbisogno economico necessario per l’adeguamento sismico delle costruzioni esistenti, a fronte invece di scarse risorse disponibili, ha posto il problema se privilegiare interventi di adeguamento in poche costruzioni, in modo da raggiungere per queste livelli di sicurezza equiparati alle nuove costruzioni, o piuttosto intervenire su numerosi edifici con più diffusi interventi di rafforzamento locale e/o di miglioramento strutturale. Il meccanismo proposto sposa questa seconda linea, e mediante le consistenti agevolazioni fiscali del sisma Bonus, rappresenta un nuovo approccio che può condurre, in tempi rapidi, a ridurre le vulnerabilità più elevate, portando a una concreta riduzione del rischio sismico sull’intero territorio nazionale.

Per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021 è stata introdotta, infatti, una detrazione di imposta del 50%, fruibile in cinque rate annuali di pari importo, per le spese sostenute per l’adozione di misure antisismiche su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta e media pericolosità (zone 1, 2 e 3). La detrazione va calcolata su un importo complessivo di spesa di 96.000 euro per unitàimmobiliare per ciascun anno. La detrazione fiscale sale al 70% della spesa sostenuta, se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore. Aumenta all’80% se dall’intervento deriva il passaggio a due classi di rischio inferiori. Se le spese sono sostenute per interventi sulle parti comunidegli edifici condominiali, le detrazioni passano rispettivamente al 75% e all’85%. In questo caso le detrazioni si applicano su un ammontare delle spese non superiore a 96.000 euro moltiplicato per il numerodelle unità immobiliari di ciascun edificio e vanno sempre ripartite in 5 quote annuali di pari importo. Come si vede i costi dell’operazione sono in gran parte in capo allo Stato, attraverso gli sgravi fiscali.

L’agevolazione fiscale può essere applicata su tutti gli immobili di tipo abitativo e su quelli utilizzati per attività produttive. Tra le spese detraibili rientrano anche quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica degli immobili. I beneficiari delle agevolazioni su interventi condominiali possono inoltre decidere, in luogo della detrazione, di cedere il credito corrispondente alle imprese che hanno effettuato i lavori o ad altri soggetti privati, che a loro volta hanno la possibilità di cedere il credito ricevuto. Non è possibile invece effettuare la cessione nei confronti di istituti di credito o intermediari finanziari. Le modalità di classificazione di rischio sismico delle costruzioni e quelle per l’attestazione da parte di professionisti abilitati, sono definite nel suddetto decreto.

In particolare, il progettista dell’intervento strutturale deve asseverare (secondo il modello contenuto nell’allegato B del decreto) la classe di rischio dell’edificio primadei lavori e quella conseguibile dopo l’esecuzione dell’intervento progettato. Il direttore dei lavori e il collaudatore statico, se richiesto per la tipologia di intervento, dopo l’ultimazione dei lavori, devono attestare la conformità degli interventi eseguiti al progetto depositato.

L’operazione di classificazione di rischio sismico secondo le 8 classi di rischio previste, A+ (con meno rischio), A, B, C, D, E, F, G (con più rischio) è procedura complessa e delicata, e richiede una formazione professionale specifica orientata sul calcolo e la progettazione strutturale, in genere più propria degli ingegneri strutturisti. Si tratta, quindi, di un’efficacemisuraoperativaasostegno dell’intervento effettuato da privati, con risorse economiche dello Stato realmente rivolte alla prevenzione, piuttosto che alla ricostruzione a seguito dell’evento disastroso. E’ sicuramente un’occasione da non perdere.

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