- Martedì 7 Marzo 2017, 07:51
Rieti, la villa di Mussolini al Terminillo va all'asta: offerta minima 173mila euro
RIETI - Vendita all'asta in tribunale (nuovo tentativo a maggio) per una delle costruzioni storiche del Terminillo, villa Chigi a Campoforogna, tra i luoghi preferiti che Benito Mussolini frequentava con l'amante Claretta Petacci, e dalla quale, in giorni di assoluta assenza di foschie, consente di arrivare con lo sguardo fino a Roma. Il prezzo stabilito è di 231 mila euro ma le offerte minime di acquisto non potranno scendere al di sotto di 173 mila euro, e oltre alla villa - ormai ridotta in uno stato di abbandono, spesso dormitorio per sbandati - l'acquirente si aggiudicherà pure l'area circostante di oltre otto ettari. Un edificio monumentale di seicento metri quadrati, distribuiti su tre piani, fatto costruire negli anni 30 dal principe Francesco Chigi della Rovere, cameriere del Papa, costato 950 mila lire e diventato nel tempo mèta di turisti nostalgici che risalivano l'anello solo per rivivere attimi della storia mussoliniana.
L'ITER
La vendita ordinata dal tribunale, dopo il pignoramento dell'immobile da parte di un istituto di credito, chiude definitivamente ogni discorso sul recupero della villa, per la quale nel corso degli ultimi trent'anni anni si sono succeduti diversi progetti. Uno di questi, predisposto nel 2002 dall'ex assessore ai Lavori pubblici Gianni Turina (seconda giunta Cicchetti) prevedeva la realizzazione di un polo polivalente dove realizzare un Museo dei Monti Reatini, una sala conferenze, una foresteria e il giardino Appenninico, con la formazione di aiuole e la messa a dimora di specie floristiche tipiche dell'Italia centrale.
Progetto approvato dalla Regione (il finanziamento di 897 mila euro era previsto dalla legge sullo sviluppo del turismo montano), ma tutto si bloccò: per pagare l'esproprio dell'area sarebbe dovuto intervenire il Comune con fondi propri (500 milioni di vecchie lire), impossibili da reperire per l'amministrazione che, dopo aver tentato di coinvolgere i privati, fu costretta a rinunciare. Prima ancora, nel 1998, ci aveva provato anche l'associazione astrofili di Stefano Tocchio, proponendo la creazione nella villa di un osservatorio astronomico, ma senza fortuna. Il tentativo naufragato della giunta Cicchetti aprì definitivamente la strada all'iniziativa privata, con la villa posta in vendita a 350 mila euro da una società immobiliare dopo la concessione rilasciata dal Comune per realizzare otto appartamenti. Anche questa possibilità è sfumata, e così la storia è finita all'asta.
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