immagine Parte anche in Italia il condhotel: un po’ seconda casa, un po’ albergo
  • di Dario Ferrara
  • Venerdì 4 Maggio 2018, 00:31

Parte anche in Italia il condhotel: un po’ seconda casa, un po’ albergo

Arriva il condhotel, un po’ albergo e un po’ seconda casa. Ora è possibile comprare miniappartamenti in hotel, sfruttarli in alcuni periodi dell’anno e per il resto affidarli al gestore della struttura, che li affitta ai turisti e divide gli incassi con il proprietario.

È in vigore il decreto che regola in Italia una formula di successo negli Usa: l’albergatore vende a privati alcune camere con cucina e col ricavato può rimodernare gli altri locali, mentre l’acquirente può utilizzare senza limiti i servizi dell’hotel per almeno dieci anni, restando nel suo posto preferito per le vacanze. Possono diventare condohotel solo strutture esistenti: gli albergatori entrano così nel business degli affitti brevi, come quelli gestiti da siti web come Airbnb.

E’ previsto che l’albergo abbia almeno sette camere oltre a quelle da vendere; i miniappartamenti devono trovarsi in un unico contesto, nello stesso Comune a meno di duecento metri dalla struttura ricettiva, e occupare meno del 40 per cento della superficie totale delle stanze. Una portineria unica, unica pure la gestione dei servizi.

A carico dell’albergo è posto un intervento di riqualificazione con cui la struttura può ottenere almeno le tre stelle: lavori di restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione. I contratti di cessione devono essere trascritti nei registri immobiliari e specificare i costi che l’acquirente deve affrontare a titolo di imposte e tasse e di condominio su manutenzionee riparazionedelle parti comuni della struttura.
I lavori di ciascun proprietario non possono modificare l’estetica del fabbricato.

Le Regioni hanno un anno per adeguare la normativa, ad esempio semplificando l’approvazione della variante urbanistica da parte dei Comuni: l’hotel deve infatti modificare la destinazione d’uso dei locali garantendo la trasformazione a civile abitazione. Quando non serve la variante, i Comuni concedono subito lo svincolo chiedendo il pagamento degli oneri di urbanizzazione. Se l’albergo fallisce il singolo proprietario può essere indennizzato.

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