immagine Pavimento in cotto: tutto quello che devi sapere
  • Lunedì 9 Luglio 2018, 00:55

Pavimento in cotto: tutto quello che devi sapere

Origine e composizione del rivestimento in cotto: facciamo un passo indietro
Nato intorno al IV millennio a.C. il cotto pavimento, lavorato artigianalmente, ha iniziato la sua corsa verso la storia delle pavimentazioni intorno al XII secolo d.C. in Castel Viscardo, presso una fornace della località di Le Trobbe.
La sua diffusione successiva ha permesso di identificare, oggi, dei punti di riferimento geografici da intendersi come ‘patrie del cotto’: Castel Viscardo, Impruneta, Battipaglia, Faenza e Marsciano.
Queste località vengono comunemente riconosciute come luoghi di produzione ufficiale di questo materiale.
Utilizzato in origine come materiale economico e accessibile a tutti per le finiture di locali rustici e rurali appartiene, oggi, alla famiglia della ceramica e si può considerare un pavimento di pregio.
Composto da un’argilla naturale, ricavata da rocce sedimentarie, è un materiale che ben si presta a diversi tipi di lavorazione.
Il materiale argilloso di cui è fatto, in verità, presenta una composizione variabile di vari elementi naturali come: il silicio, gli ossidi di ferro, la sabbia e il carbonato di calcio. La loro consistenza in percentuale, all’interno dell’argilla, è strettamente correlata alla zona di estrazione: pertanto, in base alla combinazione delle proprietà naturali citate si ricavano cromie e caratteristiche tecniche e granulometriche differenti.
Ad esempio, l’argilla che contiene una quantità maggiore di ossido di ferro darà vita a un cotto di color maggiormente rossiccio. Al contrario, una presenza più alta di sostanze calcaree darà vita a un cotto finale di colore più chiaro e poroso.
Da ciò si evince che lo spettro cromatico di questo materiale è molto ampio e variegato, e va dai toni del giallo ocra ai toni dell’amaranto intenso. Un altro dato che influenza le gradazioni di colore del cotto è la percentuale di ossigeno presente durante la fase di cottura.

Il pavimento in cotto: ecco le tipologie principali
Derivante dalle più antiche tradizioni popolari, le tipologie del cotto di oggi possono sintetizzarsi in diverse aree tematiche: legate sia dalla zona di produzione sia alle modalità produttive.
In relazione alle principali aree geografiche delle tradizioni antiche a cui è legato distinguiamo il:
- cotto toscano e fiorentino;
- cotto siciliano;
- cotto umbro;
- cotto spagnolo.
Se diamo uno sguardo alle tecniche di lavorazione, invece, possiamo distinguere il cotto lavorato a mano da quello artigianale a quello industriale. Il cotto toscano, siciliano e umbro, in particolare, sono tra i più famosi e apprezzati nella scena edilizia.

Il cotto toscano: lavorazione, caratteristiche e peculiarità, per ambienti rustici e classicheggianti
Il cotto toscano nasce in una località di origine etrusca dal nome di Impruneta, a Firenze. La sua massima diffusione risale al periodo rinascimentale e la testimonianza diretta di questa fama è la cupola del Duomo di Firenze.
Le caratteristiche principali di questo tipo di cotto sono: versatilità, perché lo si può ottenere in innumerevoli forme e colorazioni; resistenza, perché viene sottoposto a un particolare passaggio di impermeabilizzazione che lo rende anche di facile manutenzione; traspirabilità, qualità che lo rende piuttosto poroso ma anche soggetto a macchie se non viene trattato immediatamente dopo la sua messa in posa.
La lavorazione dell’argilla del cotto toscano è lenta e rigorosa. Estratta dalle cave in cui si trova, viene compattata in apposite zolle, per poi essere filtrata e ripulita da eventuali residui impuri. In ultimo, viene impastata con una miscela di acqua e sabbia ed inserita in appositi stampi, a forma di mattonella, presso i quali subirà un’essiccazione di un paio di giorni. A essiccazione ultimata la forma della mattonella può essere estratta dallo stampo per essere rifilata manualmente. Il passaggio finale prevederà una cottura in forno a una temperatura di 100°C per circa 3 giorni.
Il risultato è una piastrella dalla colorazione tendente al rossastro, che può adattarsi benissimo ad ambienti rustici o a locali dallo stile più classico ed elegante.
Una variante del cotto toscano è il cd. cotto fiorentino: capoluogo nel quale, sin dal lontano 1865, si attivò un processo di lavorazione meccanica che, a fianco dell’attuale lavorazione artigianale del cotto, rappresenta ancora oggi il punto di riferimento per la produzione industrializzata di questo pavimento.

La raffinatezza del cotto umbro per una maggiore ricercatezza dello stile
Il cotto umbro nasca a Castel Viscardo, un paesino in provincia di Terni molto apprezzato per la lavorazione artigianale dell’argilla. Le antiche fornaci del posto, ancora oggi, estraggono argilla di altissima qualità per esportare in tutto il mondo le piastrelle dal colore chiaro rosato che hanno arredato variegate strutture architettoniche. Usato per ambienti esterni o interni, anche in una gradazione di bianco naturale, il cotto umbro si abbina spesso a particolari maioliche e viene sottoposto a processi di smaltaggio adatti al mantenimento delle sue sfumature naturali.
Non è difficile trovarlo in tonalità di colore rosso intenso e risulta particolarmente adatto per gli ambienti più ricercati che puntano alla sobrietà e raffinatezza dello stile d’arredamento.

Il cotto siciliano: alla scoperta del Furnò e Kwikdry "cotti" nel forno a legna
Una delle curiosità che colpisce subito a sentir parlare di cotto siciliano è che si tratta di un pavimento proveniente da una terra abitata da un potentissimo vulcano: l’Etna.
Nato e cresciuto principalmente nel territorio catanese, messinese e agrigentino, il cotto siciliano ha subito inevitabilmente l’influenza della sabbia vulcanica, al punto da fare della stessa uno dei suoi maggiori punti di forza.
Il cotto Furnò è un particolare tipo di mattonella ottenuta dall’unione delle argille del posto con precise quantità di sabbia vulcanica. Il risultato di questa miscela è un più alto livello di resistenza, rispetto al cotto classico, e una resa estetica notevole legata ad una piacevole sensazione di accoglienza abitativa.
Lo si può trovare in tantissime versioni di colore, forme e finiture naturali e proviene da un processo di lavorazione interamente manuale. L’impasto di argilla e sabbia vulcanica viene sistemato in apposite formelle in legno e poi viene fatto essiccare per alcuni giorni, fino al raggiungimento della cottura in forno a legna o a carbone.
Molto più moderno anche per la fase produttiva dal quale deriva, il cotto Kwikdry ha una doppia qualità: è idrorepellente e biodegradabile. Proviene da una lavorazione con tecnica a immersione ed è particolarmente adatto alle difese murarie anti umidità.

Alla scoperta del cotto antico e moderno: a mano, artigianale e industriale
Venendo da una miscela di argilla e altre sostanze naturali, il cotto è un materiale integralmente biologico e completamente rispettoso dell’ambiente e del territorio. A seguito dell’estrazione della materia prima necessaria (l’argilla) sottoposta alla fase di essiccamento o stagionatura, si procede con l’aggiunta di acqua e con la mescolanza in preposte impastatrici. L’impasto così ottenuto viene versato in appositi stampi, lasciato riposare per periodi variabili, e poi cotto in forni a tunnel ad alte temperature variabili; a seconda della purezza dell’argilla utilizzata. Nello specifico, più nobile è l’argilla più alta sarà la sua temperatura di cottura.
Il cotto si divide in due diverse categorie d’appartenenza: il cotto antico e il cotto moderno, a seconda della modalità di lavorazione a cui è sottoposto. Il cotto antico può essere lavorato a mano oppure artigianalmente. La lavorazione a mano rappresenta la versione di cotto in assoluto più pregiata. Attraversa una fase di produzione ad opera della maestria dei soli fornaciari e viene plasmato senza l’ausilio di alcuna utensileria. Il cotto artigianale prevede, invece, l’impiego di rulli, presse, spatole o altri utensili. Il cotto industriale viene trafilato a macchina.

Perchè preferire un pavimento in cotto?
A parte la procedura creativa del prodotto in esame che prevede l’estrazione delle argille migliori ed accurate lavorazioni delle stesse, i punti di forza del cotto sono davvero notevoli. Scegliere un pavimento di questo tipo significa poter contare su un rivestimento altamente resistente che garantisce un’adeguata flessibilità d’uso a costi piuttosto contenuti. Le forme e le colorazioni variegate, inoltre, consentono di adattarlo bene a qualsiasi stile di arredamento, per ogni ambiente interno o esterno. A bassa assorbenza di acqua o liquidi ha una buona durevolezza nel tempo e resiste bene agli agenti atmosferici o chimici aggressivi.
Sebbene venga largamente usato per pavimentazioni e rivestimenti, il cotto è un materiale di recupero di mura in stato di degrado o di restauro di palazzi antichi tra i puù apprezzati.
Il suo impiego, inoltre, consente la realizzazione di decori o oggetti d’abbellimento di cui è sempre facile apprezzare le grandi qualità estetiche.

La versione autobloccante per esterni
Il cotto è un pavimento che ben si adatta ad ambienti interni ma anche esterni. Persino la versione antica di questo rivestimento viene largamente utilizzata per rivestire viali, terrazze, patii o qualunque altra area esterna necessiti una pavimentazione rustica o classica, antiscivolo e bella da vedere. Le tipologie di pavimentazione moderna offrono la possibilità di scegliere soluzioni di posa autobloccante: questa stessa opzione vale anche per il cotto.
Esiste in varie colorazioni e forme che possono incastrarsi le une alle altre. Trattasi di una messa in posa pratica e veloce, che restituisce un manto uniforme e funzionale.
Molto spesso questo tipo di prodotto viene utilizzato in versione piazza erbe, per suddividere le zone di prato da quelle di passaggio.
L’incastro a click tra le mattonelle autobloccanti permette di essere messo in posa anche da persone meno esperte.

Consigli per una perfetta manutenzione del pavimento in cotto
A seguito della messa in posa di questo tipo di pavimento è importante che si utilizzi solo un disincrostante acido tamponato per pulirlo, senza detergenti che contengano ammoniaca o altri fattori aggressivi.
In ogni caso, l’inizio della detersione deve avvenire dopo circa un mese, evitando anche il calpestio nello stesso arco temporale.
Concluso il periodo di fermo in posa, il disincrostante va diluito in abbondante acqua, steso sul pavimento e lasciato riposare per alcuni minuti. Successivamente basterà strofinare il pavimento con una spazzola togli residui e aspirare con uno strumento aspira-liquidi.
Da qui bisognerà attendere ulteriori 90 giorni di fermo in posa, senza lavaggi umidi, si può intervenire soltanto con metodi di pulizia a secco, come scopa o aspirapolvere.
Trascorsi 90 giorni si dovrà passare un impregnante che renderà la superficie impermeabile e protetta da agenti esterni che possano intaccarne colore o consistenza.
Concluse queste operazioni straordinarie si potrà procedere a lavare il pavimento tutte le volte che si vuole, con un detergente neutro composto da: 3 lt. di acqua, 5 cucchiai di aceto bianco e alcune gocce di detersivo per i piatti.

Comprarlo è una scelta sicura
Il pavimento in cotto è apprezzato da sempre per le sue proprietà estetiche. Accontenta tutti gli stili di case e arreda anche gli ambienti esterni con grande gusto.
É una tradizione tutta da vivere, a cui risulta difficile rinunciare.

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