immagine La procedura per donare
una quota della propria Irpef
  • di Oliviero Franceschi e Daniele Cuppone
  • Lunedì 8 Maggio 2017, 09:08

La procedura per donare una quota della propria Irpef

Con l’8, il 5 e il 2 per mille si può destinare parte delle tasse per finalità religiose, politiche e umanitarie

Come ogni anno i contribuenti possono decidere se destinare parte delle proprie tasse per finalità religiose politiche e umanitarie con la dichiarazione dei redditi. Vediamo come.
 
8 e 5 per mille in sintesi
Con l’otto per mille è possibile destinare una quota della propria Irpef pari appunto all’8 per mille a favore dello Stato o della Chiesa cattolica o di altre confessioni religiose. L’elenco completo può essere visionato dal contribuente, tra l’altro, nelle istruzioni dell’agenzia delle entrate relative alla dichiarazione dei redditi, Redditi (ex Unico) o 730.
Allo stesso modo con la donazione del “cinque per mille” si può indirizzare una quota delle tasse a sostegno della cultura o dei più deboli. In pratica i contribuenti possono attribuire il 5 per mille della propria Irpef scegliendo tra moltissime tipologie che perseguono scopi importantissimi e che possono essere raggruppate in due grandi macrogruppi: gli enti del volontariato e le associazioni sportive dilettantistiche. Tanto per dare un’idea della vastità e della complessità dei soggetti interessati, il cinque per mille può esser donato ad esempio ad enti del cosiddetto terzo settore come, ad esempio, le organizzazioni di volontariato, le Onlus, le associazioni di promozione sociale, le Ong, le cooperative sociali ecc.; alle associazioni e fondazioni riconosciute che operano in settori di interesse sociale; al finanziamento della ricerca scientifica, dell’università o della ricerca sanitaria; al sostegno delle attività sociali svolte dal proprio Comune di residenza; alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni; agli enti che svolgono attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Anche il 5 per mille è “divenuto stabile” grazie alla legge n. 190/2014; in precedenza il beneficio veniva prorogato di anno in anno.
 
Gli enti possono richiedere il beneficio
 

Molti sono gli enti che vorrebbero concorrere al 5 per mille, ma pochi sono quelli informati su come richiedere il beneficio. Innanzitutto un’importante precisazione: gli enti che sono iscritti nell’elenco permanente non devono presentare nuovamente la domanda d’iscrizione al 5 per mille 2017 né inviare la dichiarazione sostituiva all’amministrazione competente. Se infatti non sono cambiate le condizioni la domanda e la dichiarazione sostituiva presentate l’anno passato valgono anche per il 2017. Pertanto la domanda telematica d’iscrizione deve essere trasmessa dagli enti di nuova costituzione oppure da quelli che non si erano iscritti l’anno passato o che non si erano iscritti regolarmente o che non avevano i requisiti.
Questi ultimi devono presentare la domanda entro lunedì 8 maggio  esclusivamente per via telematica, attraverso i servizi Entratel o Fisconline oppure tramite gli intermediari autorizzati: i ritardatari potranno presentare la domanda entro il 2 ottobre 2017, pagando una sanzione ridotta di 250 euro con il modello F24 codice tributo 8115. I requisiti richiesti per accedere al beneficio devono essere comunque posseduti alla data originaria di scadenza della presentazione della domanda di iscrizione, cioè al 7 maggio.
 
Dichiarazione sostitutiva
 
Mentre gli enti presenti nell’elenco permanente degli scritti non devono fare nulla, gli altri dovranno invece verificare di essere nell’elenco che sarà predisposto dall’amministrazione e  inviare entro il 30 giugno prossimo la dichiarazione sostitutiva attestante il perdurare dei requisiti per ottenere il beneficio, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente. Per l’invio si può utilizzare anche la posta elettronica certificata. Gli indirizzi Pec delle direzioni regionali, come pure quelli postali, sono disponibili sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate.
Stessa procedura per le associazioni sportive, che però invieranno le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà all’ufficio del Coni nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell’associazione.
 
Il 5 per  mille
 
Sono diversi i contribuenti che nonostante versino da anni il proprio 5 per mille non hanno chiaro come funzioni tale sistema. Per spiegarci facilmente facciamo un esempio. Il signor Giuseppe possiede un’Irpef 2016 di 10 mila euro e dona il 5 per mille alla Onlus preferita. Le tre domande più gettonate sono le seguenti: quanto arriverà all’Ente che ho scelto? Cosa succede se nella casella relativa al “settore di beneficenza” prescelto non viene indicato il codice fiscale, ma c’è solo la firma?  Il signor Giuseppe pagherà più tasse con questa sua scelta?
Per rispondere partiamo subito dall’ultima domanda: il prelievo va sull’Irpef del signor Giuseppe senza alcun aggravio di tasse a suo carico. Dei 10.000 euro di Irpef il 5 per mille cioè 50 euro saranno girati alla Onlus indicata. Infine se non viene effettuata una scelta specifica di una particolare associazione, ovvero se viene messa solo la firma nel settore prescelto (senza indicare il codice fiscale del soggetto beneficiario), il totale di queste “quote” verrà ripartito in proporzione alle destinazioni “dirette”, espresse attraverso il codice fiscale, conseguite da ciascun ente o associazione.
 
Due per mille solo per i partiti
 
Oltre all’otto e al cinque per mille è possibile donare un ulteriore due per mille della propria Irpef beneficiando un partito politico.
 
Hanno collaborato Alberto Martinelli ed Enrico Rabitti
 
 

  • Annunci correlati

Trilocale, viale Aurelio Saffi

1.400 €
Affitto Trilocale a Roma (RM)
102 m2 3 stanze 2 bagni TRASTEVERE: ELEGANTE PIANO RIALZATO CON GIARDINO APPENA RISTRUTTURATO UBICAZIONE: centrale e servita dalle principali infrastrutture urbane e di quartiere (stazioni FS e Metro...

IlMessaggeroCasa.it