immagine Mutuo cointestato: e se il coniuge non paga?
  • Domenica 14 Ottobre 2018, 10:45

Mutuo cointestato: e se il coniuge non paga?

Mutuo cointestato: e se il coniuge non paga?
Una ripicca o l'impossibilità economica di far fronte agli impegni presi? Dietro al mancato pagamento delle rate del mutuo cointestato da parte di uno dei due coniugi possono nascondersi le ragioni più disparate. È una circostanza abbastanza frequente che mette in discussione addirittura la proprietà dell'immobile. La banca che ha erogato il mutuo infatti, a fronte della natura solidale del debito, può pignorare l'abitazione e rivalersi su entrambi. Cosa succede se questa eventualità nasce dopo l'omologazione della separazione da parte del tribunale? In questo caso non hai scelta, devi fare un nuovo ricorso per chiedere la modifica degli accordi presi in precedenza. Puoi richiedere questa variazione sia in caso di separazione consensuale che giudiziale.
Se sei la parte lesa puoi cercare un accordo bonario con il tuo coniuge e mettere nero su bianco le nuove condizioni tramite una scrittura privata. Questa è la strada consigliabile se vuoi evitare pressioni psicologiche sui vostri figli e nuovi iter burocratici che possono mettere a dura prova la pazienza di entrambi. In caso contrario puoi chiedere al giudice la riduzione congrua dell'assegno di mantenimento.

Una recente sentenza delle Corte di Cassazione ha incluso il tetto coniugale nei mezzi di sussistenza che devono essere garantiti al coniuge e ai figli. Se il tuo partner cessa di pagare le rate del mutuo si profila un reato molto grave, la violazione degli obblighi di assistenza familiare ai sensi dell'articolo 570 del codice penale. La ragione delle norma è semplice. Se devi far fronte non soltanto al tuo impegno economico ma anche a quello del partner insolvente, non riesci più a garantire ai tuoi figli il mantenimento concordato. Per il giudice non ha importanza il motivo dell'insolvenza, quel che conta è che chi non paga mette a repentaglio la serenità dei figli e del partner più debole.
Se il coniuge, nonostante i richiami ripetuti, continua a non pagare le rate del mutuo cointestato, puoi richiedere al giudice la revisione delle modalità di affidamento dei tuoi figli perché il comportamento dell'altro genitore è contrario al loro benessere. In questo caso il magistrato competente, una volta ascoltate le parti può:
- ammonire il genitore inadempiente
- disporre un risarcimento nei confronti del minore e dell'ex coniuge
- condannare il coniuge al pagamento di una sanzione amministrativa che può andare dai 75 euro a un massimo di 5.000 euro
Come hai potuto constatare, la strada che hai davanti non è delle più semplici. Se temi una possibile insolvenza da parte del tuo coniuge e la conseguente rivalsa su entrambi da parte della Banca, lasciati consigliare dal tuo legale che saprà indirizzarti verso altre soluzioni. Vediamo nello specifico cosa puoi fare per risolvere il problema del mutuo cointestato in caso di divorzio.

Mutuo cointestato: come gestirlo dopo il divorzio?
Ti stai separando dal tuo coniuge e il problema del mutuo cointestato ti fa passare notti insonni? La legge ti propone diverse soluzioni che cambiano in relazione agli accordi presi con la banca, alla presenza di figli oppure in base alla natura consensuale o giudiziale della tua separazione.
I dati Istat parlano chiaro. A pochi anni dall'entrata in vigore del divorzio breve, è salito in modo esponenziale il numero dei coniugi che hanno scelto di dirsi addio. L'amore è eterno finché dura ma i problemi burocratici sono sempre lì pronti a complicare una strada già dolorosa e difficile per sua natura. Il mutuo cointestato fa parte dei famosi grattacapi da affrontare in sede giudiziale. Se l'acquisto di una casa rappresenta spesso per una coppia di sposi uno dei momenti più belli del proprio rapporto, in sede di divorzio diventa un ostacolo a volte insormontabile, soprattutto per chi non vive più nella casa coniugale. In questa guida ti spiegheremo tutti gli step necessari per gestire serenamente il problema del mutuo cointestato dopo il divorzio.

Il mutuo cointestato
Il mutuo cointestato è la concessione di un credito che coinvolge più persone. È un contratto patrimoniale che si instaura tra te, il tuo coniuge e la banca. All'Ente che eroga il finanziamento non interessa la natura del rapporto che intercorre tra le persone. Quello che conta è il saldo puntuale della rata e la responsabilità finanziaria dei soggetti in merito all'ipoteca accesa sull'immobile in questione. È un tipo di contratto che gli istituti finanziari concedono con più facilità perché il cointestatario è un soggetto direttamente debitore nei confronti della banca e obbligato a pagare le rate del mutuo alla scadenza. Il garante non offre la stessa sicurezza perché è semplicemente un debitore subordinato. Non ha importanza se la rata viene pagata da uno dei coniugi oppure da entrambi, quello che conta è che il pagamento ci sia. Ovviamente non conviene solo alla banca. Se richiedi un mutuo cointestato hai la probabilità di ricevere una cifra più alta e soprattutto ti vengono proposti tassi di interesse molto vantaggiosi. È possibile detrarre gli interessi passivi che ammontano al 100% qualora una delle parti sia totalmente a carico dell'altra.
Ti abbiamo delineato i confini essenziali di un atto giuridico che interessa la maggior parte delle coppie nel nostro Paese, un contratto conveniente sia per la banca che per i contraenti. In caso di separazione le cose si complicano e gestire la presenza di un mutuo cointestato diventa molto più difficile. Uno dei due partner ad esempio può non essere più interessato a diventare proprietario dell'immobile oppure può avere la necessità di svincolarsi dal mutuo per procedere a un contratto di locazione o acquisto della casa dove andrà ad abitare.

In caso di separazione consensuale
Stai avviando le pratiche per la separazione consensuale? Sappi che per risolvere l'annosa questione del mutuo cointestato hai davanti a te 3 strade ben precise:
1) vendita dell'immobile
2) uscita di un coniuge dal mutuo
3) pagamento congiunto delle rate
 
Vendita della casa
La vendita dell'immobile è la strada più semplice e immediata perché ti permette di risolvere il problema alla radice. Vendi la casa, estingui il mutuo, cancelli l'ipoteca e non hai più la proprietà congiunta con il tuo partner. Scegli questa soluzione se non avete figli a carico oppure se è già pronta una seconda casa dove essi possano risiedere. Il ricavato della vendita va a coprire il debito residuo che viene equamente distribuito tra le parti in modo tale da coprire le spese sostenute all'inizio del mutuo.
 
Uscire dal mutuo cointestato
L'uscita di un coniuge dal mutuo è forse la soluzione più complessa da adottare in sede di separazione consensuale. Essa si verifica quando uno dei due coniugi non intende più pagare la rata del mutuo e vuole rinunciare al diritto di proprietà perché magari ha intenzione di acquistare l'immobile nel quale andrà a vivere dopo la separazione. In questo caso la procedura vede l'entrata in scena di un terzo soggetto, la banca, la quale dovrà dare il suo benestare all'intera operazione. Questa è la soluzione più vantaggiosa quando ti mancano poche rate alla fine del mutuo. Vediamo nello specifico cosa può accadere.
Da un punto di vista strettamente legale uno dei due coniugi deve accollarsi interamente le rate mancanti fino all'estinzione del finanziamento. Se vuole mantenere il rapporto creditizio con la stessa banca, deve chiedere la modifica degli intestatari del contratto. È necessario presentare una serie di documenti che attestano la presenza di un buon reddito, di un contratto di lavoro a tempo indeterminato ed eventualmente la proposta di un garante quale nuovo debitore subordinato. L'Istituto a questo punto valuta se il coniuge richiedente è in grado di sostenere il costo delle rate. In caso di risposta positiva l'accollo del mutuo è liberatorio, il coniuge che subentra è l'unico debitore. Se l'Ente invece non è d'accordo, l'accollo del mutuo diventa di natura non liberatoria. La banca continuerà a ritenere debitori entrambi e in caso di insolvenza potrà esercitare il diritto di rivalsa sull'altro.
Se hai scelto di accollarti il mutuo puoi surrogarlo con un altro finanziamento da richiedere presso una nuova banca. In questo caso puoi rinegoziare le condizioni, aumentare le rate o addirittura richiedere una maggiore liquidità. Ovviamente vai incontro a nuove spese notarili, ai costi imposti dalla banca che hai scelto e all'accensione di nuove ipoteca.
 
Rimborso delle rate già versate
Ti spetta il 50% delle rate versate fino al momento della separazione. Se il tuo partner è d'accordo puoi scegliere di essere rimborsato con la cessione di un bene per te particolarmente importante o utile come ad esempio l'auto di famiglia. È in sostanza un do ut des, valuta con cura quale potrebbe essere la soluzione più comoda per entrambi.
Il passaggio di proprietà puoi farlo davanti al Notaio o direttamente nel ricorso delle separazione, allegando esplicita richiesta. Dopo l'omologazione del giudice, dovrai attendere la trascrizione nella Conservatoria del luogo dove è situata la casa.

Pagamento congiunto delle rate
Non vuoi noie burocratiche e manca poco alla fine del contratto di mutuo? Pagatelo entrambi! Questa è una delle soluzioni più vantaggiose anche dal punto di vista economico. È fondamentale in questo caso mettere nero su bianco gli accordi che prendi con il partner in sede di separazione consensuale. Se è la moglie a rimanere nella casa coniugale potete scegliere di comune accordo di scalare dall'assegno di mantenimento la quota del partner che vive altrove. La proprietà dell'immobile rimane congiunta. In questo caso, alla fine del contratto patrimoniale dovrete decidere cosa fare dell'abitazione: venderla o lasciarla ai figli? Se non sei in buoni rapporti con il tuo ex, potrebbe essere difficile trovare un compromesso che vada bene a entrambi.

Il mutuo cointestato e la separazione giudiziale
In caso di separazione giudiziale è il giudice che deve gestire la questione del mutuo cointestato. Il grande protagonista in questo caso è il famoso assegno di mantenimento. Se avete figli infatti l'accollo del mutuo da parte del genitore non convivente può rientrare, a discrezione del magistrato, nelle spese di mantenimento della prole. Il risultato? L'importo mensile viene ricalcolato sulla base delle rate da versare alla banca.
 
Il ricorso al diritto collaborativo
Il consiglio che possiamo darti alla fine di questo excursus legale è di cercare la strada del diritto collaborativo. Rivolgiti al tuo legale di fiducia e insieme al tuo partner sottoscrivi un accordo di collaborazione nel quale entrambi vi impegnate al rispetto di alcune regole fondamentali come la trasparenza, la fiducia e la collaborazione. Puoi ricorrere a questa pratica in ogni momento, anche dopo l'omologazione della sentenza da parte del tribunale. Nel caso del mutuo cointestato potete farvi assistere anche da un commercialista collaborativo che insieme a voi studierà tutte le possibili soluzioni per fra fronte alle rate del mutuo cointestato.

  • Annunci correlati

Trilocale, viale Aurelio Saffi

1.400 €
Affitto Trilocale a Roma (RM)
102 m2 3 stanze 2 bagni TRASTEVERE: ELEGANTE PIANO RIALZATO CON GIARDINO APPENA RISTRUTTURATO UBICAZIONE: centrale e servita dalle principali infrastrutture urbane e di quartiere (stazioni FS e Metro...

IlMessaggeroCasa.it