- Lunedì 27 Febbraio 2017, 09:40
Quanto prenderò di pensione? Guida al calcolo retributivo
Nuove fasce di retribuzione e reddito su cui si applicano le aliquote di rendimento 2017
Pubblicate dall’Inps le nuove fasce di retribuzione (lavoratori dipendenti) e di reddito (lavoratori autonomi) sulle quali si applicano le aliquote di rendimento per calcolare la quota di pensione soggetta al sistema retributivo. Sono le aliquote che trasformano la busta paga in pensione e sono stabilite in misura decrescente, sulla base del principio della solidarietà tra lavoratori. Principio che riconosce il 2% di pensione (fino al massimo dell’80% con 40 anni di contributi) per ogni anno di versamento contributivo sui redditi fino a 46.123 euro lordi (valore 2017) e aliquote via via inferiori sulle quote eccedenti.
I due sistemi
Vediamo come si articola in modo concreto il metodo di calcolo per un lavoratore dipendente (il discorso vale anche per colf e badanti) che va in pensione nel corso di quest’anno. Supponiamo che l’interessato porti in dote un’anzianità contributiva piena, formata da 40 anni di contributi e che entro l’anno 1995 possa vantare più di 18 anni di versamenti e perciò mantenere il diritto al calcolo retributivo più favorevole fino al 2011, anno in cui la riforma Fornero l’ha fatto sparire.
In base alla normativa attuale la pensione viene calcolata dall’Inps nel seguente modo: a) metodo retributivo per il periodo fino al 2011; b) metodo contributivo per il periodo 2012-2017.
I due "sotto-periodi"
Ebbene, i rendimenti indicati in tabella si applicano solo sulle retribuzioni o redditi dei periodi fino al 2011 che comunque sono la parte assolutamente preponderante della pensione. Sulle retribuzioni successive viene applicato il metodo contributivo, in base al quale il calcolo viene fatto non più sulle retribuzioni ma sui contributi, e quindi nella maggioranza dei casi dà luogo a una prestazione inferiore.
Nell’ambito del periodo soggetto al metodo retributivo occorre però distinguere due sotto-periodi: 1) il primo si ferma all’anno 1992; b) il secondo riguarda gli anni successivi 1993- 2011.
Le aliquote
Nel primo caso sono quattro le fasce su cui si articolano le aliquote, che vanno dal 2% (sui redditi fino a 46.123 euro lordi annui) fino all’1% (calcolato sulle quote di reddito superiori a 76.564,18 euro). Nel secondo caso le fasce diventano cinque e le aliquote precipitano persino al di sotto dell’unità, attestandosi allo 0,90% annuo sulle quote di retribuzione eccedenti 87.633,70 euro.
In pratica il lavoratore qui esemplificato matura una pensione suddivisa in tre sotto-quote: la prima va dall’inizio del lavoro al 1992, la seconda dal 1993 al 2011, la terza dal 2012 al 2017.
Gli ultimi anni
Per completezza di discorso ricordiamo che per il primo periodo le percentuali di rendimento sono applicate sulla retribuzione settimanale media derivante dalla somma delle retribuzioni degli ultimi cinque anni (2017- 2013), e per il secondo degli ultimi dieci anni (2017 – 2008). Se si tratta di lavoro autonomo sono presi a riferimento i redditi, rispettivamente, degli ultimi dieci e degli ultimi quindici anni.
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